Agropoli. Tantissime persone hanno ricordato ieri presso la chiesa del Sacro Cuore padre Giacomo Selvi, a 27 anni dalla sua prematura morte. Immutato l'affetto della comunità religiosa agropolese verso il frate francescano per il quale è ancora in corso una causa di beatificazione, avviata dall'Associazione Amici di Padre Giacomo, che però non è ancora arrivata a compimento.
A fare il punto sullo stato del processo di beatificazione è il professore Germano Bonora, autore del libro dedicato al frate.
"La causa era iniziata sulla base di una semplice autorizzazione orale dell’arcivescovo di Napoli, card. Giordano, sollecitato dal postulatore padre Ciro Quaranta dei Padri Rogazionisti di Roma, il quale fu costretto a dimettersi a seguito di una volgare calunnia sia pure smascherata dallo stesso Quaranta, che inutilmente sollecitava il vescovo Favale a riprendere l’iter interrotto. Su invito di Favale, nominammo postulatore il francescano minore padre Tommaso Losenno, costretto anche lui alle dimissioni per non sottostare al ricatto di rinunziare all’incarico in cambio della migliore parrocchia della diocesi Vallese. Lo seguì padre Paolo Lombardo di Roma, che ci consigliò di nominare il suo vice quando gli fu conferito dalle autorità del Vaticano l’incarico di occuparsi dei rapporti con gli ortodossi: don Riccardo Petroni Questi per rimettere in moto la causa, si rivolse formalmente alla Conferenza Episcopale Campana, che non lo degnò di risposta dopo che il vescovo di Vallo, Mons. Favale, alla vigilia del pensionamento, aveva scritto alla stessa Conferenza Episcopale Campana di non dare seguito alla richiesta del postulatore perché voluta da pochi fanatici “che miravano soltanto ad arricchirsi con la vendita del libro sul religioso francescano”. Il successore di Favale, Mons. Ciro Miniero, non se la sente, per ora, di riprendere la causa, pur essendo a conoscenza degli ostacoli pretestuosi frapposti dal predecessore con la complicità di due sacerdoti ben noti agli amici di Padre Giacomo. Recentemente è nato il Comitato Spirito Francescano, che si propone di valorizzare la visita di San Francesco nel 1222 in Agropoli, dove fu costretto a parlare ai pesci dallo scoglio che porta il nome del Santo di Assisi, dopo la cattiva accoglienza da parte degli Agropolesi, che avevano smarrito la fede cristiana dopo l’occupazione dei saraceni. Il compianto padre Sinforiano Basile, a riparazione dell’offesa arrecata al Poverello di Assisi, volle collocare sulla maggiore collina agropolese l’imponente statua marmorea di Francesco, ora concessa in comodato d’uso al sindaco di Agropoli, avv. Francesco Alfieri, che ha in animo di valorizzare il monumento per fini religiosi e turistici. C’è da sottolineare, poi, che non a caso, nel 1976, arrivò ad Agropoli dal Nord il religioso francescano p. Giacomo Selvi, che vi rimase fino all’anno della morte il 27 settembre del 1987, per compiere la sua missione evangelica, sulle orme di Francesco, protettore dell’Italia e considerato dai cristiani l’Alter Christus".