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Agropoli, rendiconto 2012: è polemica

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Abate e Capo contestano i dati dell'amministrazione

"Dal rendiconto 2012 trovano applicazione i nuovi parametri per l’individuazione degli enti locali strutturalmente deficitari, aggiornati con decreto del Ministero dell’Interno del 22 febbraio 2013. Dai dati del rendiconto si rileva lo sforamento di quattro parametri su dieci . Perché un Comune sia considerato in condizioni strutturalmente deficitarie è sufficiente il superamento di cinque parametri su dieci". E' quanto dichiarato dal consigliere comunale Agostino Abate che contesta i proclami dell'amministrazione comunale di Agropoli sullo stato delle finanze comunali. 

"Perché un Comune sia considerato in condizioni strutturalmente deficitarie - spiega Abate - è sufficiente il superamento di cinque parametri su dieci.
Qualora l’ente risulti strutturalmente deficitario «scattano» (in base all’articolo 243 del Dlgs 18 agosto 2000 n. 267) taluni controlli che mirano a monitorare l’andamento della gestione : si attiva la verifica centrale sulle dotazioni organiche e sulle assunzioni di personale in ordine alla compatibilità finanziaria e si avvia il controllo centrale in materia di copertura del costo di alcuni servizi, attraverso un’apposita certificazione . E’ pur vero che questa amministrazione ha deciso di assegnare ad altri tutte le attività relative alla TARSU 2012 ed ai servizi di igiene urbana nonché , recentemente , anche il servizio acquedotto e questo potrebbe far pensare a rendiconti meno invadenti per l’Ente comunale ma così non è per i cittadini . E’ invece vero che dai dati riportati nel rendiconto si rileva una scarsa attività di recupero dei residui attivi relativi ai titoli I e III ( entrate tributarie ed extratributarie) ed il peggioramento di tale scarsa attività con l’aumento dei residui attivi di nuova formazione provenienti dalla gestione di competenza ; questo volume di nuova formazione supera il 42% ed arriva a circa il 44% . Contemporaneamente cresce l’ammontare dei relativi residui attivi provenienti dalla gestione dei residui e tale ammontare supera il 65% previsto come tetto massimo ed arriva a circa 81%. Risulta così automatico anche l’aumento dei residui passivi provenienti dal solo titolo I (spese correnti) che risultano superare il 40% degli impegni di spesa corrente arrivando al 43% circa . A questo si aggiunge una buona consistenza di debiti fuori bilancio riconosciuti nel corso dell’esercizio superiore all’1% rispetto ai valori di accertamento delle entrate correnti . Lo squilibrio nella gestione dei residui con il mantenimento in bilancio di residui attivi sopravvalutati ed alcuni molto datati (e , quindi , di incerta esigibilità) , e la sopravvalutazione di entrate e sottovalutazione di spese - conclude Abate - sono tutti indicatori di una situazione di squilibrio finanziario in grado di lanciare un serio allarme sul futuro economico dell’ente".

Anche Mario Capo, esponente di Fratelli d'Italia, alza il tiro sullo stato delle finanze comunali. "Avanzo di amministrazione - spiega Capo - significa che l'ente ha nell'anno o prelevato dai cittadini o effettuato indebitamenti risorse superiori a quelle necessari al proprio fabbisogno. Insomma hanno preso tasse imposte e indebitato l'ente per 100 ma in realtà sono riusciti a spendere 70. I 30 di differenza sono l'avanzo di amministrazione. Nell'avanzo di amministraIone sono anche conteggiati i residui attivi cioè i tributi che il comune ha imposto ma non è riuscito a riscuotere, sintomo che la riscossione delle imposte non avviene in modo efficiente, diffuso e equo. Questo sarebbe un risultato da lodare? Questo e' il volto un'amministrazione che non sa bilanciare le entrate con i propri impegni di spesa vessando i cittadini e indebitando l'ente! Altro che lode! La corte dei conti ha individuato l'eccesso di avanzo di amministrazione come una delle più gravi patologie di un bilancio pubblico", conclude Capo.

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