Cultura

Agropoli: pubblicato il nuovo libro di Giuseppina Giudice


Nuova opera letteraria per la scrittrice agropolese Giuseppina Giudice. E' infatti stato di recente pubblicato “Profumo di ginestre e polvere da sparo”, un racconto storiografico che ricostruisce la vita di una famiglia meridionale nel periodo più cruento della Seconda Guerra Mondiale, dall'estate del 1943 fino alla Liberazione, nella primavera del 1945. Una interessante recensione di Ermanno Corsi, pubblicata su “Il Denaro” e di seguito riportata, descrive al meglio i temi del romanzo.“Profumo di ginestre e polvere da sparo”, è un lungo e denso racconto storiografico che intreccia bene valori sentimentali e civili, le memorie di un passato che continua ad agire su di noi e la proiezione del futuro fondato su liberà e autodeterminazione. Attraverso le vicende di una famiglia cilentana che si allarga sempre più fino a diventare una concentrazione di affetti e di aspirazioni, l'autrice dimostra come sia sempre necessario dare un futuro al nostro passato e un passato al nostro futuro affinché abbia una solida base di riferimento e di credibilità. L'io narrante del romanzo è al femminile. Carmelina è in casa dei nonni quando la nonna se ne va in sonno durante la notte. Dalla lettura del testamento si apprende che lei è nominata erede ma di beni materiali o soprattutto di memorie che non debbono disperdersi nel porto delle nebbie? La risposta è nel fiume dei ricordi che da allora incomincia a scorrere. L'io narrante ripercorre a ritroso il sentiero della vita, propria e altrui, nella coralità di una rivisitazione che scorre fluida con un lessico semplice, non primo di tonalità liriche e per questo ancor più catturante. I continui flashback assumono la forma di lucide sequenze diaristiche che tengono gli occhi del lettore ben fermi sulle pagine. La “grande storia” passa sulla testa di paesi e famiglie. Ciò che avviene in quella di Carmelina esce dalla soggettività per assumere un significato emblematicamente oggettivo. Nessuno, in quel primo tempo, si preoccupa molto della guerra. Sono eventi lontani. Si vive in un luogo che appare, singolarmente, dotato di extraterritorialità. La comunità agricola e solidale sembra una comunità appartata. Lo stesso rifugio, durante i bombardamento appare come un gioco nuovo da fare tutti insieme, adulti e bambini. Gli episodi che si susseguono fanno presto a togliere ogni illusione. La guerra si fa più vicina e rivela impietosamente tutta la sua brutalità: i soldati italiani inseguiti dai tedeschi, gli zii più giovani costretti a raggiungere il fronte, lo scontro fra tedeschi e americani della Quinta Armata, le leggi razziali e la resistenza dei nazisti a Cassino nell'estate del '44, le terrificanti deportazioni nei lager. Radio Londra è la voce della libertà e della speranza. Ma c'è ancora tanto da subire e patire mentre gli uomini di casa si organizzano. Le donne corrono però il rischio dello stupro collettivo da parte dei soldati di colore. I bambini scoprono a loro spese che la guerra non è un gioco che debbono crescere in fretta. Mentre si accelera la formazione di una coscienza civile, la borsa nera e l'arricchimento dei delinquenti sono fattori di inquinamento sociale. Nascono un nuovo ordine sociale e una nuova classe. Giuseppina Giudice rievoca queste fasi della nostra dolorosa storia , fasi che restano sempre la coreografia dentro la quale si svolgono vicende umane che vengono raccontate nel progressivo sviluppo di sentimenti, aspirazioni, pulsioni affettive. C'è, al centro, la famiglia patriarcale organizzata secondo una gerarchia morale depositaria di valoriche vengono da lontano, e di tradizione che resistono all'urto usurante dei tempi. La nonna è il simbolo del buon senso antico, sintesi di una lunga e consapevole esperienza. Il lavoro è lo strumento per reagire alle avversità. Il nonno rappresenta la volontà responsabile. Anche la malattia e la sua morte vengono vissute secondo la cultura dell'accettazione cristiana degli eventi. Particolarmente appassionante la vicenda di Grazia e di Giulio, dove a vincere è la dantesca forza dell'amore. Giuseppina Giudice aveva già dato significative prove di sé con i libri di versi “Gocce di rugiada” del 2004 e “Ci saranno altri tempi...come un tempo”, del 2007. Una poetica di autoriflessione che descrive stati d'animo abbastanza mutevoli, ma che sembrano aderire pienamente al principio secondo cui non c'è notte così lunga che possa impedire ad un nuovo giorno di sorgere. La prova della maturità espressiva è ora raggiunta con l'appassionante racconto di questa famiglia meridionale. L'autrice dimostra di reggere molto mene la comparazione con gli scrittori che, via via, hanno tratto ispirazione dalle vicende degli anni quaranta.. Giuseppina Giudice aggancia questo straordinario filone narrativo con una propria originalità: un lessico rispettoso e composto, un codice espressivo e un ungarettiano sentimento del tempo che conferiscono tono e qualità alle sue pagine. Un libro con un titolo che può considerarsi emblematicamente un “ossimoro”: se la “polvere da sparo” è la negazione della vita, il “profumo delle ginestre” ne rappresenta l'insostituibile, immenso valore”.

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