«Chiediamo l'immediata convocazione di un tavolo di concertazione in prefettura con la proprietà, i sindaci del territorio e i rappresentanti della Provincia e della Regione». La richiesta è dei 47 operai in cassa integrazione della Eripress, l'industria sita nella zona industriale di Cicerale distrutta da un incendio lo scorso 4 aprile, che ieri hanno incontrato, in un vertice organizzato dal primo cittadino ciceralese Francesco Carpinelli, i sindaci di Agropoli, Capaccio, Ogliastro, Monteforte e Giungano.
«Purtroppo - fanno sapere gli operai - la proprietà fin ora ha disatteso le promesse. All'indomani dell'incendio eravamo stati rassicurati sulla volontà di rimettere in funzione lo stabilimento mentre ora ci hanno comunicato di una trattativa per la vendita dello stabilimento (alla Vernill) e della possibilità che gli acquirenti assumano alcuni cassaintegrati della Eripress. Ciò, però, senza comunicarci né le modalità d' assunzione né quale sarebbe stato il destino degli altri operai. Nel frattempo hanno anche portato via dalla fabbrica di Cicerale le presse, giustificando il gesto con il rischio di furti». Segni, questi, che riconducono ad una volontà dell'azienda di non riprendere la produzione e da cui nasce la preoccupazione dei lavoratori che hanno quindi chiesto aiuto ai sindaci. «Siamo disponibili ad ogni tipo di intervento - hanno affermato i primi cittadini cilentani - chiederemo la convocazione di un tavolo istituzionale nel corso del quale la proprietà dovrà dirci una volta per tutte quali sono le sue intenzioni. Noi, poi, agiremo di conseguenza». Attualmente sono 47 gli operai Eripress ai quali è stata concessa la cassa integrazione che scadrà il prossimo 12 agosto.
Il pensiero dei sindaci:
Francesco Carpinelli, sindaco di
Cicerale: i dipendenti temono che la proprietà non voglia
ricostruire l'azienda. Noi vogliamo assolutamente salvaguardare il
lavoro. Abbiamo già difficoltà per i nostri giovani, non possiamo
permettere che si continuino a perdere dei posti. Chiederemo alla
Eripress che l'attività continui, anche perché pare che abbia avuto
un grosso risarcimento per l'incendio.
Michele Apolito, sindaco di Ogliastro
C.to: Noi siamo sempre stati disposti ad accogliere le industrie e ad
incentivarle in ogni modo. Sempre più spesso, però, queste prendono
il contributo statale e vanno via. La legge va riformata in modo tale da
rappresentare una garanzia per i lavoratori. Il comune di Ogliastro è
solidale con i lavoratori e diamo la nostra disponibilità a tutte le
iniziative che si vogliano intraprendere. Già all'indomani
dell'incendio trovammo un capannone per far trasferire la produzione
che l'azienda non volle accettare. Bisognerebbe andare a fondo della
vicenda, seguire anche il processo penale per capire se esistono
responsabilità e se la cessazione dell'attività non fosse già
precedente all'incendio.
Francesco Palumbo, sindaco di Giungano: La preoccupazione è forte. Dobbiamo far capire agli imprenditori che
noi non ci stiamo. Non li tratteremo con i guanti bianchi, così come hanno fatto loro. Bisogna capire perché
la proprietà non abbia accettato i capannoni alternativi e perché
ha portato via le presse dall'impianto.
Nicola Ragni, vicesindaco di Capaccio: Il nostro comune è disponibile ad ogni sacrificio per invogliare i
proprietari della fabbrica ad andare avanti anche se bisogna essere
consapevoli che se c'è una decisione di spostare la produzione
altrove i comuni possono far poco.
Franco Alfieri, sindaco di Agropoli: vogliamo trovare una soluzione, ma se c'è stata una scelta
dell'azienda di trasferire la produzione altrove, sarà difficile
fargli cambiare idea e le istituzioni non potranno far nulla se non
trovare delle soluzioni alternative. Staremo comunque vicini ai
lavoratori che vivono una situazione di disperazione e preoccupazione
e convocheremo questo tavolo istituzionale nel corso del quale la
proprietà deve dirci cosa intende fare, noi agiremo di conseguenza.
Noi sindaci, però, dobbiamo prendere coscienza che l'area
industriale è iportante e dobbiamo attrezzarci per proporre un
progetto di sviluppo, creando un'area industriale di riferimento per
tutto il Parco del Cilento.