LAgenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata ha adottato un provvedimento di revoca al Comune di Agropoli dei tre appartamenti del clan Marotta. Alla luce di quanto emerso dalle risultanze delle indagini nei giorni scorsi era stato avviato il procedimento per rientrare in possesso dei beni assegnati e rimasti inutilizzati. Il provvedimento porta la firma del direttore dellAgenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità Giuseppe Caruso. Proprio sul mancato utilizzo dei beni è in corso uninchiesta che vede indagati il sindaco Franco Alfieri e i due funzionari Biagio Motta e Luisa Amatucci. Omissione di atti, sottrazione di beni sottoposti a confisca con laggravamento del metodo mafioso: questi i reati contestati ad Alfieri e ai due dirigenti destinatari una ventina di giorni fa di un avviso di conclusione delle indagini a firma del procuratore aggiunto Antonio Centore e del sostituto procuratore dellAntimafia Valleverdina Cassaniello. Il tutto finalizzato ad ottenere maggiore consenso tra la comunità rom. I beni confiscati sono quelli della famiglia Marotta. Questa situazione di inadempienza ed omissione del Comune è emersa dagli accertamenti nellambito delloperazione Golden hand, del novembre del 2012 condotti dal Gico di Salerno del nucleo di polizia tributaria, diretto dal tenente colonnello Antonio Mancazzo. Nel 2008, in particolare il 5 dicembre, gli appartamenti erano stati sgomberati e consegnati al Comune. Il sindaco Alfieri ometteva di sollecitare i funzionari incaricati affinché provvedessero tempestivamente agli adempimenti necessari, al fine di dare concreta attuazione ai provvedimenti di destinazione degli immobili, si legge nel dispositivo. I tre appartamenti appartenenti allorganizzazione, capeggiata da Vito Marotta, furono consegnati al Comune nel 2008 da allora, secondo laccusa, nulla è stato fatto per inserire i beni nel patrimonio comunale e destinarli a fini sociali ma sono rimasti nella disponibilità dei Marotta ampliando il proprio potere di intimidazione sul territorio. La confisca allepoca, in particolare, ha riguardato un appartamento di tre vani intestato a Fiore Marotta situato in via Estate nella contrada Moio, un altro di quattro vani e pertinenze intestato a Alberico Dolce, in via Madonna del Carmine, e il terzo di tre vani e pertinenze intestato a Silvana Marotta e ubicato in via Madonna del Carmine. Proprio a causa degli omessi controlli uno degli appartamenti, nonostante fosse sottoposto a confisca, sarebbe stato anche venduto tra gli stessi familiari, mentre un altro sarebbe stato addirittura interessato da opere di ristrutturazione.