La delfina non ce lha
fatta. Ha tenuto con il fiato sospeso tutti da quando lunedì scorso
si è arenata sulla spiaggia di Eboli e poi trasportata nel porto di
Agropoli a causa delle pessime condizioni del mare. Da quel momento
volontari, medici veterinari coordinati dal Centro Studi Cetacei di
Milano hanno seguito la piccola. Sono stati 4 giorni intensi durante
i quali i volontari si sono alternati, dapprima in due, giorno e
notte per garantirle la sopravvivenza. Sono partiti gli appelli a cui
molti hanno risposto, alcuni solo per comparsata altri realmente
fattivi. Non è mancato nulla. Davvero nulla. Nemmeno le teorie dei
saccenti che in disparte e protetti da vestiti asciutti dispensavano
le soluzioni migliori. Non sono mancati nemmeno gli sciacalli che,
pur di garantirsi pochi istanti di visibilità, non hanno esitato a
spacciarsi per esperti nel trattamento dei cetacei, si è arrivati a
rasentare lo sciacallaggio mediatico. Come voler dimenticare chi
scattava foto ricordo, sembrava Edenlandia. Il tutto ostacolando
loperatività di chi stava cercando di salvarle la vita.
Al di là delle
piccolezze umane per fortuna non è mancato il supporto della Croce
Rossa Italiana che ha garantito assistenza ai medici veterinari, ma
soprattutto ai volontari che si alternavano a ritmi scanditi da
turnazione, in acqua accanto alla stenella. Preziosa la
professionalità della dott.ssa Tiziana Milano, inviata dallAsl
Salerno. Come prezioso è stato lapporto del WWF Campania nella
persona del suo vicepresidente regionale Piernazario Antelmi ma è
scesa in campo anche la passione del referente CSEMM (Centro Studi
Ecosistemi Marini) Gianfranco Pollaro che si è inventato una barella
acquatica per la delfina con problemi di orientamento. Presenti
personale del servizio civile di Lega ambiente. Studenti
dellUniversità di Siena. Insomma la piccolina ha smosso tutti
davvero ma non è bastato. Dopo aver mostrato un iniziale
miglioramento rispetto ai problemi di alimentazione riscontrati dai
prelievi fatti, dopo aver illuso quanti non riuscivano a controllare
il suo desiderio di nuotare in fretta, troppo in fretta, agitando la
pinna lei ha deciso di lasciarci
con tanto di amarezza.
Ciao Delfina.
Ilenia Negri