Attualita'

Agropoli: l'Antiquarium dimenticato


Molti non ne conoscono addirittura l'esistenza, altri, avendo potuto stimare l'opera profusa dal Prof. Piero Cantalupo si chiedono da sempre il perchè non venga ancora reso agibile ed aperto al pubblico, stiamo parlando dell'Antiquarium ubicato nell'interrato dell'edificio della ex pretura, in via Carlo Pisacane, ormai caduto nel dimenticatoio.A tal proposito, abbiamo sentito il bisogno di scambiare quattro battute con il presidente della Associazione Acropolis, Gaetano Cantalupo che, accogliendoci gentilmente a casa sua, ha risposto ad alcune delle nostre domande, cercando di delucidare il quadro di una situazione che purtroppo si protrae da molti anni.
"L'Associazione Acropolis è nata proprio per cercare di raccogliere l'eredità culturale e storica lasciata da mio padre e dal Gruppo Archeologico da lui diretto e che nell'arco di un ventennio ha promosso ed effettuato recuperi di materiale archeologico sia sul territorio del Cilento che nei fondali marini, consentendo al Comune di Agropoli la possibilità di poter disporre di un consistente patrimonio storico che, altrimenti, sarebbe andato perduto" ci ha detto, specificando quali siano gli scopi verso i quali punta l'associazione che egli ha fondato, insieme a numerosi soci tra cui spiccano i nomi di parecchi collaboratori del professor Piero Cantalupo, come la professoressa Flaminia Arcuri o anche il professor Fernando La Greca, particolarmente apprezzati per le loro costanti iniziative sul territorio.
"Mi duole sottolineare come le iniziative di alta cultura siano piuttosto scarse qui ad Agropoli, noi, in particolare, durante questo primo anno di attività, abbiamo cercato di stimolare il pubblico con il progetto Imagines, ossia una serie di incontri organizzati presso la Biblioteca Comunale che sviluppavano diverse tematiche di interesse storico e culturale e che hanno visto la collaborazione di numerosi docenti universitari o professionisti di settore. C'è stata in questo caso una buona partecipazione, in rapporto ad una realtà dove, ripeto, la gente è disabituata alla cultura ed alla storia della propria terra".
Questa "refrattarietà" alle iniziative culturali così percepibile, non può essere, forse, una delle risposte al "dimenticatoio" in cui, inevitabilmente, si è trovato a stazionare l'Antiquarium? Eppure, raccogliere in un ambiente appositamente dedicato preziose testimonianze del nostro passato darebbe senz'altro lustro alla nostra cittadina. E' un tema, questo, più intricato di un Nodo Gordiano e sul quale aleggia l'ossidata macchina burocratica che vede contrapporsi, da un lato, le locali amministrazioni e dall'altro la Sopraintendenza Archeologica.
"In realtà" si sente di dirci Gaetano Cantalupo a tal riguardo "l'Antiquarium non è in possesso degli imprescindibili requisiti dovuti ex lege per rendere effettivamente fruibile il materiale archeologico alla vista del pubblico. C'è bisogno di una sala che abbia adeguate norme di sicurezza, con uscite di emergenza, impianti antincendio. Sarebbe necessaria una ristrutturazione radicale che vada ad interessare il seminterrato che attualmente ospita il materiale. Su questo punto, la Sopraintendenza Archeologica è sempre stata inamovibile, e direi a buon diritto. Senza una adeguata idoneità nei termini suddetti non si potrà mai sperare in una apertura al pubblico.
Con rammarico, purtroppo, devo dire che nessuna amministrazione di questa città ha profuso impegno fino in fondo sia per disporre l'Antiquarium a norma, come voluto dalla Sopraintendenza, sia per individuare una struttura alternativa idonea dove ubicare il materiale, perchè, dopotutto, non è detto che debba per forza rimanere lì dove si trova".
Ed, in effetti, si potrebbe anche pensare ad una struttura nuova e più moderna, che possa ampiamente funzionare da vero e proprio Museo Civico.
"Su questa scia, l'Assessore al Turismo ed allo Spettacolo, il Dott. Vito Rizzo, era riuscito ad avviare un proficuo dialogo con la Sopraintendenza Archeologica, facendoci intravedére un barlume di speranza, dopo tanti anni di attesa. La sua idea era proprio quella di "inglobare" l'Antiquarium in un più ampio progetto di Museo Civico... ora, le recenti vicissitudini della Casa Comunale, ci privano di un interlocutore che è sempre stato molto disponibile e che mi sento in dovere di ringraziare".
Ma oltre al problema della sede dell'Antiquarium, altre nubi sembrano addensarsi all'orizzonte. E' stata solo di qualche tempo fa la "voce di popolo" che voleva il palazzo della ex pretura presto sede degli uffici della locale Capitaneria di Porto così come il presunto viaggio che dovrebbero fare i cannoni del '500 custoditi nell'Antiquarium verso la provincia partenopea per essere studiati e desalinizzati. Richieste, queste, che potrebbero portare alla fuoriuscita di materiale archeologico senza più ritorno? Sul punto, il presidente di Acropolis puntualizza:
"I depositi della Sopraintendenza sono già stracolmi di materiale e non credo proprio che si possa pensare che il materiale che attualmente custodiamo venga prelevato per essere seppellito chissà dove; tuttavia, pare certa la possibilità che alcuni reperti possano essere oggetto di prelievo dalle competenti autorità per poter essere restaurati, e questo sarebbe il caso dei famosi cannoni".
Certo, la speranza è che quello che esca faccia poi ritorno. I cannoni di cui qui si parla rappresentano forse uno degli ultimi ritorvamenti del Gruppo Archeologico avvenuto verso il 2000. Insieme ai cannoni fu ritrovata anche una grossa àncora che, oggi, ci duole dirlo, è praticamente sepolta tra il ciarpame dell'ex macello comunale... persino la Sopraintendenza si è messa vergogna di fotografarla, visto lo stato in cui si trova!
Si spera che, per il futuro, le cose vadano meglio e che l'annosa questione dell'Antiquarium possa trovare una felice soluzione; dal canto suo, l'Associazione Acropolis "Piero Cantalupo" sarà sempre in prima linea per raggiungere questo importantissimo obiettìvo.


Pasfran

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