"Abbiamo provato a strapparli alla morte, abbiamo fatto di tutto, ma non ci siamo riusciti. Ma cosa sarebbe accaduto se avessimo potuto portare Annunziata Sorrentino e Vito Chechile all'ospedale di Agropoli che dista solo due minuti da qui?" E' questa la domanda che uno dei soccorritori dell'Humanitas, non senza tono polemico, si è posto dopo l'incidente avvenuto sulla Cilentana. Due vittime sono morte sul colpo, altre due durante il tragitto per raggiungere gli ospedali di Battipaglia o Vallo della Lucania. Una corsa disperata contro la morte di circa mezz'ora alla quale difficilmente un ferito in gravi condizioni può supravvivere. Invece la chiusura dell'ospedale civile di Agropoli impone proprio questo.
Ancora una volta la città è costretta a toccare con mano i disagi causati dalla chiusura del nosocomio. Ancora una volta una tragedia. Difficile dire se il bilancio dell'incidente sulla superstrada avrebbe potuto essere meno grave se il pronto soccorso agropolese non avesse le porte sbarrate, ma resta pur sempre l'interrogativo.
Il prossimo 12 febbraio, intanto, sul caso si pronuncerà nuovamente il Tar Napoli ma l'impressione è che ormai nessuno riuscirà, almeno per ora, a riaprire l'ospedale.