Agropoli. "Primi impatti negativi sulla spiaggia del Lido Azzurro di Agropoli causati dalle originali strutture di difesa costiera: primo cartellino giallo". A denunciarlo è il professore Franco Ortolani docente dell'Università Federico II di Napoli che interviene nuovamente sui lavori antierosione al Lido Azzurro.
"A novembre 2014 - dice Ortolani - scrissi alcune note circa l’originale intervento di difesa costiera in via di esecuzione in sinistra del Fiume Testene nel tratto di spiaggia antistante il noto Lido Azzurro.
I risultati sono sintetizzati nella figura 1 (immagini in basso) che illustra le modificazioni delle onde che avrebbero impattato sulla costa, in seguito agli effetti prevedibili connessi alle nuove strutture emerse.
Si evidenziava anche che la spiaggia del Lido Azzurro sarebbe stata investita comunque dalle onde le quali avrebbero innescato una erosione e conseguente trasporto irreversibile dei sedimenti verso il Testene e verso il promontorio del Castello.
Si prevedeva un impatto negativo, basato su accessibili conoscenze scientifiche, proprio sulla spiaggia del Lido Azzurro che rappresenta l’ultima spiaggia rimasta in sinistra del Testene.
Avevo anche sottolineato che l’intervento era dannoso per la balneabilità degli specchi d’acqua che sarebbero stati protetti dalle nuove strutture e che, invece, andava realizzato un oculato intervento di ripascimento duraturo con sedimenti dello stesso tipo di quelli esistenti e di granulometria adeguata.
Il ripascimento duraturo avrebbe immediatamente difeso l’ambiente antropizzato retrostante la spiaggia e avrebbe garantito una ampia spiaggia balneabile come lo era nelle decine di anni precedenti, prima che la realizzazione del pennello in sinistra Testene iniziasse a destabilizzare la spiaggia.
Si aggiunga che il ripascimento duraturo sarebbe costato circa la metà rispetto al costo delle originali difese costiere simili ad un porto furbo che sono state impropriamente realizzate; l’intervento da me proposto avrebbe rappresentato un restauro geoambientale duraturo ambientalmente perfettamente compatibile con la risorsa o bene comune spiaggia".
"Nella seconda metà di dicembre 2014 c’è stata la prima mareggiata - dice Ortolani - nemmeno tanto potente, che ha evidenziato, purtroppo, che le mie previsioni erano giuste in quanto scientificamente sostenute da dati che avrebbero dovuto “ispirare” anche i progettisti delle originali opere di difesa simili ad un porto furbo a cui l’Amministrazione Comunale sembra tenere molto.
Le figure 2, 2a 2b, 2c, scattate durante la citata mareggiata dicembrina, evidenziano l’impatto delle onde sulla spiaggia, i fenomeni erosivi e l’accumulo consistente di sabbia a ridosso del pennello in sinistra Testene, cioè nello specchio d’acqua chiuso che simula un’area portuale.
Si sottolinea che è stata una modesta mareggiata e che le modificazioni negative irreversibili si accentueranno con le prossime mareggiate creando nuove situazioni irreversibili.
Mi permetto di sottolineare che l’intervento è peggiorativo rispetto alla situazione primitiva - evidenzia il professore - sottolineo che questo mia non è un “attacco” o una “critica mossa da preconcetti” ma un consiglio fornito in piena autonomia ai responsabili della gestione del bene comune spiaggia, bene comune che è di proprietà di tutti i cittadini.
Queste prime modificazioni negative - conclude - rappresentano il primo “cartellino giallo” che la natura ha attribuito all’Amministrazione Comunale".
