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Agropoli, dopo la chiusura dell'ospedale sanità in tilt

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Sindacati sul piede di guerra

E’ una bomba pronta ad esplodere la situazione del sud della provincia di Salerno dopo la chiusura dell’ospedale di Agropoli trasformato in Psaut, e il plesso di Sapri che avrebbe bisogno di interventi immediati. Lo riferisce in un articolo a firma di Monica Trotta il quotidiano "La Città" nel quale si legge: «Mancano 26 medici e ci sono tre primari incaricati. Si supplisce con medici di Caserta a 60 euro l’ora -spiega Mimmo Vrenna delegato Rsu Cgil nella Asl- Le attrezzature sono vetuste, mancano gli ecografi, non abbiamo operatori socio sanitari per cui il loro lavoro lo fanno gli infermieri. Gli autisti in servizio fanno anche 100 ore di straordinario e operano anche per il 118». Non va meglio nel Vallo di Diano. Nell’ospedale di Polla, come denuncia il sindacalista Cgil Luigi Pistone, «a neurologia lavorano solo tre medici e nella fisiopatologia respiratoria uno solo dopo il trasferimento di un medico a Nocera». Poi c’è il paradosso di Sant’Arsenio per il quale c’è un atto ufficiale per la conversione in ospedale di comunità, che però non è mai partita. Gennaro D’Andretta, della Cgil, denuncia il paradosso dell’ospedale “Tortora” di Pagani dove il tecnico è andato in pensione e per evitare un accumulo di straordinari, si va verso la chiusura il sabato pomeriggio del laboratorio. «Passa un messaggio sbagliato - denuncia D’Andretta - Pare che si faccia straordinario come spreco invece si fa per carenze di personale». Proprio sugli straordinari la Cgil ha fatto un calcolo pesantissimo: nel 2013 nella Asl sono stati erogati circa 19 milioni di euro di turni aggiuntivi per i medici, «che appesantiscono il bilancio senza dare qualità del servizio». Per chi ha un familiare allettato, i problemi poi sono infiniti. «Se un paziente viene dimesso dopo una fase acuta viene abbandonato» spiega Marino Mega. «Non si è investito sui distretti per fare filtro, per cui gli ospedali sono appesantiti» denuncia Antonio Siciliano. Infine la proposta della Cgil presentata da Margaret Cittadino: «la revoca immediata del blocco delle assunzioni, con un piano mirato per garantire i livelli assistenziali, utilizzando il 50 per cento di quello che viene speso per turni aggiuntivi e straordinario. Parliamo di 400 nuove assunzioni».

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