Attualita'

Agropoli, consorzio agrario: la replica del commissario Giovanni Tomo


Immediata replica del dott. Giovanni Tomo, commissario liquidatore del Consorzio Agrario Interprovinciale di Salerno, Napoli ed Avellino dopo le dichiarazioni rese alla stampa dal responsabile del consorzio di Agropoli Alfonso Di Biasi che non aveva mancato di criticare le scelte del commissario, evidenziando il rischio per gli agenti locali di perdere il lavoro e, in alcuni casi, anche l'abitazione. "Ho letto le dichiarazioni rese alla stampa dall’ex agente di Agropoli che non hanno alcun fondamento concreto e rappresentano solo una visione strumentale della situazione effettiva", evidenzia il dott. Tomo che prosegue: "Sono un pubblico ufficiale, ritengo doveroso fare chiarezza della posizione del Consorzio nel rispetto delle altre maestranze e collaboratori impegnati nel rilancio del suo ruolo istituzionale, delle prospettive per il rilancio di una struttura voluta dal legislatore e che può fare tanto per l’agricoltura.

La situazione generale

Il Consorzio è stato posto in liquidazione nel lontano luglio 1994, ciò nonostante, da quella data ha continuato a svolgere regolarmente la sua attività commerciale nell’interesse dell’agricoltura locale attraverso agenzie, con immobili di nostra proprietà, sul territorio delle provincie di Salerno, Napoli ed Avellino; molte di esse hanno accumulato rilevanti perdite per effetto di insolvenze e scarsi volumi di lavoro che non rendevano remunerativa né la gestione, né il valore dell’immobile impiegato.

In molti casi queste situazioni celavano in realtà diffuse insolvenze ed infedeltà degli agenti che gestivano parallelamente un proprio mercato utilizzando la posizione e l’immagine del Consorzio Agrario.

Tale situazione ha determinato il fatto che il Ministero dello Sviluppo economico, dopo 16 anni, nel febbraio 2010 ha revocato l’esercizio di impresa che ha accumulato perdite per circa 10 mln di euro, determinandone la chiusura.

 

Sulla formula contrattuale “capestro, onerosa, iniqua”

Con la mia nomina avvenuta su decreto ministeriale del 23 marzo 2010, ho cercato una inversione di tendenza presentando un Piano di rilancio ed una proposta concreta per arginare infedeltà ed insolvenze degli agenti troppo spesso pretestuose con una nuova formula contrattuale di commissionaria, autorizzata dal Ministero e prevista da sempre dal Codice Civile.

Quindi nessuna iniquità o contratti capestro, sono accuse poste da coloro che evidentemente non possono più continuare come prima, in situazioni al vaglio delle Autorità; in particolare – pur sussistendo il divieto allo svolgimento delle attività – l’agenzia risultava regolarmente aperta al pubblico con merce di proprietà personale, ed abusava quindi di locali e avviamento del Consorzio.

Gli altri agenti del Consorzio che hanno ben compreso l’interesse di tutti al rilancio, hanno regolarmente sottoscritto la nuova formula ed alla data odierna anche riaperto al pubblico.

 

Sul rischio di “perdere la casa”

In alcuni casi oltre l’immobile commerciale, veniva anche concesso l’uso dell’appartamento, ma solo per evidenti scopi correlati.

 

Sul rischio di “perdere il posto”

Tutti gli ex agenti hanno avuto tempo per poter riflettere e decidere di cambiare rotta rispetto alle criticità alle quali hanno certamente concorso, ormai siamo davvero al capolinea ed è necessario procedere senza indugio nei confronti di chi non è in regola, proprio per salvare il lavoro di tante altre persone animate da principi sani e l’importante ruolo di mercato del Consorzio.

 

Sul futuro del Consorzio Agrario di Salerno, Napoli ed Avellino

Il Consorzio durante le mia gestione ha cambiato rotta: abbiamo riaperto il 1° febbraio 2011 dopo un anno di fermo totale ed è stato avviato il Piano di rilancio, con la nuova formula organizzativa territoriale e la riorganizzazione delle attività della sede centrale.

In 3 mesi sono state già riaperte 7 agenzie sulle tre provincie di riferimento e l’iniziativa sta riscuotendo un notevole consenso per la consapevolezza e la credibilità dei nuovi assetti presso il mercato, ma soprattutto – a riprova – presso i fornitori, le Organizzazioni Professionali e le Istituzioni Ministeriali e del territorio.

Una azione concreta - conclude il dott. Giovanni Tomo - per salvare posti di lavoro ed il ruolo storico per il mondo dell’agricoltura".

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