«Contrarre un fido è una soluzione tampone, si tratta comunque di un debito sul quale si dovranno pagare interessi e more nel caso non si rientri nei tempi stabiliti. Per questo la proposta della Fisi è inattuabile». Risponde così Angelo Di Giacomo, responsabile del comparto sanità Cgil, alla proposta avanzata dalla Fisi/Flp e dalla Bcc di Aquara di anticipare gli stipendi dei dipendenti della Malzoni attraverso un contratto di fido con l'ente bancario i cui interessi verrebbero pagati e riconosciuti dal gruppo Malzoni. «Purtroppo - spiega Di Giacomo - siamo in un periodo di incertezza che potrebbe determinare in futuro altri tagli al personale. Se ciò avvenisse chi pagherebbe i debiti dei dipendenti? Bisogna quindi trovare altre soluzioni. Al momento il problema della casa di cura è il debito che vanta nei confronti dell'Asl. Quest'ultima sta erogando i fondi ma la proprietà non è il soggetto accreditato a percepirli avendo stipulato un contratto di cessione del credito con una società finanziaria. Tuttavia i vertici dell'azienda ci hanno assicurato la volontà di risolvere l'accordo e anzi pare che manchino soltanto alcuni titoli richiesti proprio dall'Asl. Quando il contratto sarà sciolto il gruppo Malzoni sarà l'effettivo destinatario delle erogazioni e il problema degli stipendi dovrebbe essere superato». In attesa di novità, resta confermato lo sciopero in programma il 22 febbraio.