Lamministrazione comunale mette a posto i conti pagando debiti per oltre 1,6 milioni di euro per vertenze risalenti addirittura agli anni settanta e ottanta, riconoscimento debiti fuori bilancio per oltre 1 milione di euro nel corso dellultima seduta del Consiglio comunale di Agropoli. Riguardano in particolare due vicende: lesproprio alla fine degli anni 80 del terreno dove ora è ospitato il mercato settimanale e lesproprio, a decorrere dalla metà degli anni 70, di fondi di proprietà della La.Te. «Lindebitamento commenta il sindaco Franco Alfieri lo hanno fatto altri nei passati governi cittadini. La nostra amministrazione, invece, in unottica di una oculata gestione economico finanziaria, sta coniugando una incisiva azione di investimenti, per il rilancio e lo sviluppo della città, al risanamento dellente pagando debiti, come in questo caso, relativi a vertenze decennali». Nello specifico, il Consiglio comunale ha approvato il riconoscimento di debiti fuori bilancio per 719.717 euro per una vertenza relativa alla richiesta di risarcimento danni per occupazione illegittima da parte del Comune di Agropoli di un suolo di mq 6.600 in località Taverne destinato nel 1988 a mercato settimanale. Su tale vicenda si è espresso il Tribunale di Vallo della Lucania con una sentenza del 2010 a favore dei proprietari del suolo. Nel secondo caso, è stato riconosciuto un debito fuori bilancio di 300 mila euro per sentenze già passate in giudicato nellambito di una transazione complessiva per la vertenza La.Te di 900 mila euro. Ciò ha permesso un grande risparmio di spese e rivalutazioni monetarie. In particolare le somme derivanti dalle sentenze, ammontanti a complessivi 651.057 euro, sono state abbattute per 341.496,37 euro con la rinuncia da parte della società Laterizi del Testene degli importi relativi a interessi e rivalutazione monetaria. La vertenza è relativa a 16 procedure di esproprio da parte del Comune di Agropoli di fondi di proprietà della La.Te srl, poi assegnate a cooperative edilizie, nella zona di via Lombardia, Via Salvo DAcquisto e Via Taverne, avviate a metà degli anni 80, per le quali è stata contestata la stima delle indennità di esproprio e occupazione illegittima.