Attualita'

Agropoli: casa del fanalista: prosegue la querelle Domini-Vicenzi


Il botta e risposta tra l'ex sindaco di Agropoli Antonio Domini e il proprietario della casa del guardiano del faro Vico Vicenzi, si arricchisce di una nuova puntata.

I Fatti: in un'intervista rilasciata al nostro portale, l'avv. Vicenzi accusava Domini di aver versato una somma al demanio per l'acquisto della casa del fanalista, soltanto dopo che la stessa era già stata venduta all'asta ad un privato, ossia lo stesso Vicenzi. L'ex sindaco rispondeva che il suo atto non era arbitrario ma esecuzione di una delibera della precedente amministrazione guidata da Paolo Serra. Fatto, quest'ultimo, contestato dall'attuale proprietario e dalla stessa giustizia italiana. Come spiega infatti in una nuova nota l'avv. Vico Vicenzi, la delibera dell'amministrazione Serra aveva mero carattere programmatico: "Replico al sig. Domini - esordisce Vicenzi - e poichè non nutro alcuna ambizione politica e non mi lascio, quindi, influenzare da atteggiamenti demagogici, invitandolo, ancora una volta, ad attenersi esclusivamente ai fatti ed, in particolare, a leggere la sentenza della V sez. del Consiglio di Stato, n. 9303 del 31.12.2009 (pubblicata nel sito internet http://www.giustizia-amministrativa.it).

Nel merito, se corrispondere il prezzo per l'acquisto di un immobile in assenza di un'apposita delibera di autorizzazione da parte del Consiglio, per giunta ad un soggetto diverso dal proprietario (che ha debitamente trascritto l'atto di compravendita prima della proposizione del giudizio da parte del Comune) è un atto che salvaguarda effettivamente il pubblico interesse, allora Domini è stato un valente amministratore ed io sono disposto a porgergli pubblicamente le mie scuse.

Se però una delibera del genere non esistesse, tenuto conto che quella relativa alla gestione Serra, da lui invocata, non è stata riconosciuta a tal fine idonea dal Consiglio di Stato, perché "meramente programmatica", allora permangono tutte le mie perplessità e le critiche implicitamente rivoltegli.

Quanto al resto, non ho mai creduto che l'interesse privato debba essere ritenuto prevalente su quello pubblico ma, piuttosto, che la legge debba essere osservata dai soggetti pubblici al pari di quelli privati e, di conseguenza, che eventuali atti di eccesso di potere, che traggano il loro fondamento sull'esercizio dell'autorità, non costituiscano un buon esempio anche, e soprattutto - conclude - per le nuove generazioni".


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