Cronaca

Agropoli: avvisi di conclusione delle indagini per la vicenda "Lido Oasi"


Nove avvisi di conclusioni delle indagini della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania sono stati recapitati nella giornata di ieri al sindaco di Agropoli Franco Alfieri e ai consiglieri comunali della passata legislatura Massimo La Porta (oggi assessore), Salvatore Coppola, Ferdinando Farro, Giovanni Orrico, Michele Pizza, Emilio Prota, Luca Errico ed Agostino Abate, all'epoca presidente del consiglio. L'inchiesta è relativa alla delibera di Consiglio Comunale n.111 del 30 novembre 2008 con la quale il Comune di Agropoli disponeva la sdemanializzazione del reliquato stradale su cui insiste il Lido Oasi, in via Kennedy, autorizzandone l’alienazione a favore dell’imprenditore Luigi Di Nardo. Il reato ipotizzato e del quale dovranno rispondere i nove amministratori locali è quello d’abuso d’ufficio. Le indagini della Procura di Vallo della Lucania sono partite nel 2008 a seguito di una denuncia presentata da  Carlo Scalzone, titolare del limitrofo Lido Azzurro. Quest’ultimo contestava la delibera di privatizzazione dell’area sulla quale già insistevano abusivamente il bar, il ristorante e i servizi igienici del Lido Oasi. I manufatti, a seguito di perizie tecniche, erano già stati colpiti nel 2006 ad un'ordinanza di abbattimento disposta dal comune cilentano, non ottemperata soltanto a seguito della sospensione del provvedimento da parte del Tar di Salerno. Tra ricorsi controricorsi si è arrivati quindi al 2008 quando il consiglio comunale, con in testa il sindaco Alfieri, contraddicendo la precedente ordinanza di abbattimento emessa dall’ente provò a porre fine alla vicenda deliberando la sdemanializzazione dell’aria e la sua cessione al titolare del Lido Oasi con una delibera di consiglio comunale. Contro di essa però Scalzone presentò ricorso al Tar, affidando l’incarico ai legali Elio Cuoco e Monica Gregorio. Il tribunale amministrativo si pronunciò nel maggio del 2011, decretando l’illegittimità del provvedimento e confermando l'abbattimento dei manufatti perché insistenti su suolo pubblico. Ora anche l'inchiesta penale è in procinto di giungere ad una conclusione. Da palazzo di città però respingono ogni accusa precisando che «l’atto di sdemanializzazione del reliquato stradale in Via Kennedy, oggetto della delibera approvata dal Consiglio Comunale è pienamente legittimo» e che i consiglieri comunali che hanno partecipato all’approvazione dell’atto «confidano con grande serenità nell’operato della Magistratura». “Si tratta dell’occupazione illegittima di quella che, una volta, era una piazza. La procura ha dimostrato l’illegittimità del deliberato consiliare, quelle opere abusive andrebbero abbattute ed invece sono ancora lì”. “Le opere sono abusive e vanno abbattute –  sostiene Scalzone - sebbene gli abusi edilizi siano prescritti resta il fatto che il lido non può svolgere l’attività. Per questo ho chiesto l’intervento della magistratura”.

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