«Cè una strada per guardare alla crisi della politica, delleconomia, del lavoro, della democrazia tutte fondate sullordine maschile con la forza e la consapevolezza del femminismo? Noi ne siamo convinte». Su questa convinzione si fondano i presupposti che hanno portato allorganizzazione di un grande incontro femminista nazionale che si terrà a Capaccio Paestum dal 5 al 7 ottobre 2012.
«Davanti alla sfida della libertà femminile, la politica ufficiale e quella dei movimenti rispondono cercando di fare posto alle donne, un po di posto alle loro condizioni che sono sempre meno libere e meno significative. No. Tante cose sono cambiate ma le istanze radicali del femminismo sono vive e vegete. E sono da rimettere in gioco, soprattutto oggi, di fronte agli effetti di una crisi che sembra non avere una via duscita e a una politica sempre più subalterna alleconomia.
Allincontro di Paestum aperto al confronto con gruppi, associazioni, anche istituzionali, e singole donne, vorremmo verificare, discutendo e vivendo insieme per tre giorni, se la politica femminile che fa leva sullesperienza, la parola e le idee, può in un momento di crisi, smarrimento e confusione, restituire alla politica corrente un orientamento sensato».
«Un particolare ringraziamento va allassessore alle politiche sociali del Comune di Capaccio Rossana Barretta affermano le promotrici delliniziativa per essersi fatta carico personalmente delle spese relative al seminario che il 3 e 4 ottobre introdurrà lincontro».
SEMINARIO CON LEA MELANDRI
Ma,
nonostante abbia cambiato il nostro modo di pensare le donne e il loro ruolo,
per molte persone femminista è un termine che si associa solo a una
particolare e dura enfasi contestatrice; pochi conoscono la storia di questo
movimento, i contenuti di una battaglia che ha coinvolto migliaia e migliaia di
donne e che continua a produrre cambiamento.
LAssociazione Artemide ha organizzato per il 3 e 4 ottobre dalle 17
alle 19 presso la Sala Erika in piazza Santini un seminario della durata di
due giorni proprio su questo tema, per dare a tutte le donne la possibilità di
conoscere almeno una parte delle ragioni che hanno reso la loro vita diversa da
quella delle loro mamme o delle loro nonne. A condurlo sarà Lea Melandri, presidente della Libera
Università delle Donne di Milano e femminista storica, che così lo introduce:
Il femminismo ha una storia ormai quarantennale. Lultimo convegno nazionale si tenne proprio a Paestum nel 1976, ma da allora il movimento delle donne ha continuato a diffondersi attraverso associazioni, case delle donne, centri di documentazione, biblioteche, centri antiviolenza, consultori, riviste, case editrici, presenti in tutte le città.
Ai suoi inizi la sua azione fu dirompente,
una vera e propria scossa allintera società, una rivoluzione delle
coscienze, perché portò al centro dellattenzione e della politica il rapporto
uomo- donna, il corpo, la sessualità, la maternità, la vita reale, e tutto ciò
che da questi elementi discende: la realizzazione personale, la qualità della
vita, la giustizia sociale, le opportunità di lavoro e moltissimi altri aspetti
del nostro essere quotidiano. Questioni che, oggi più che mai, di fronte
allincalzare della crisi economica e della politica, appaiono più che mai
attuali. Chi siamo e come vogliamo vivere sono domande, per le donne
soprattutto, più che mai urgenti.
A Paestum, 36 anni dopo, con lincontro nazionale del 5, 6 e 7 ottobre, le
donne vogliono mettere il sapere prodotto in questi decenni dalle battaglie e
dalla cultura femminista di fronte agli interrogativi del presente.
Durante la prima giornata di questo seminario ripercorreremo le tappe della storia del movimento femminista ma, soprattutto, esamineremo le pratiche che aveva creato e le parole dordine che aveva elaborato e che molto hanno segnato la società nella quale viviamo.
Nel secondo giorno invece si parlerà della femminilizzazione del lavoro. La presenza delle donne nella sfera pubblica è andata aumentando negli anni. Ma non è solo una questione di presenza numerica. Quella che da molti viene definita la femminilizzazione del lavoro non si riferisce tanto ai dati quantitativi, ma alla richiesta che oggi viene dalla nuova economia di doti femminili, il cosiddetto Valore D: capacità di ascolto e di mediazione, cura delle relazioni, dellaffettività. Si sono insomma valorizzate quelle stesse attitudini che hanno tenuto finora le donne in una condizione di minorità, relegate nellambito domestico. Questa valorizzazione, può essere vista oggi come unopportunità di emancipazione? O è piuttosto una riconferma del ruolo femminile, vale a dire di sostegno essenziale, come le donne sono sempre state nella famiglia, e ora anche valore aggiunto per uneconomia in crisi?»