Appuntamenti

A Baronissi un omaggio alla tomba del tuffatore di Paestum


Giovedì 13 dicembre alle ore 18,30 sarà inaugurata la mostra “Il tuffatore”, dello scultore Enzo Navarra, promossa in collaborazione con la cattedra di Storia e fenomenologia dell’arte contemporanea della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena. Navarra a distanza di pochi mesi dalla personale allestita a Benevento torna ad esporre in Campania, oggi con un’ampia mostra dedicata al “Tuffatore” di Paestum e alla storia della pittura e in generale dell’arte dell’Occidente. L’esposizione, curata da Federica Chezzi, unitamente alle dieci installazioni che l’artista ha realizzato per la Galleria dei Frati e per lo spazio di accesso al Frac, propone un’ampia documentazione delle principali installazioni, performance e azioni realizzate dall’artista dai primi anni Settanta ad oggi. Esperienze, scriveva Navarra nell’estate del 1982, che rivendicano l’identità di «situazioni pittoriche, talvolta molto semplici, nelle quali l'utente si ritrova, confrontandosi in maniera agevole, riconsiderando criticamente se stesso e la propria vita attuale. Non è affatto strano che le idee motrici dei miei ultimi lavori siano il fuoco, il carbone e, ancor più di recente, il mare. Quasi una rivincita degli elementi fondamentali che ci derivano dall'antica filosofia greca: l'acqua, la terra, il fuoco […]». «Navarra – precisava Enrico Crispolti nel testo al catalogo della mostra “Arte e critica 1981” – lavora da diversi anni ad un rilevamento di segni di situazioni antropologico-sociali, recuperando spazi di memoria connessi con situazioni di lavoro, manuale, artigiano. Riconosce la propria dimensione operativa in questa analisi oggettiva, piuttosto che in pregiudiziali personalistiche, riscontrando se stesso e la propria storia esistenziale-ancestrale in una condizione operativo-immaginativa collettiva.[…] È tipicamente uno degli operatori consapevoli della necessità che le motivazioni della propria attività estetica nello spazio sociale […] acquistino sempre più chiaramente emergenza in un’elaborazione nuova in termini linguistici. Navarra infatti lavora sui segni antropologico-sociali con attenzione linguistica, in senso schiettamente plastico». Con questo ulteriore «appuntamento con esperienze creative di un artista della nostra area culturale ma che vive in altra realtà – sottolineano Giovanni Moscatiello sindaco di Baronissi e Nicola Lombardi assessore alla cultura – la struttura del Frac evidenzia la sua prospettiva operativa rivolta a dare concretezza ad un progetto di conoscenza e di promozione della storia regionale degli ultimi cinquant’anni». La mostra segue un percorso costruito dall’artista sin dagli spazi che precedono l’ingresso: qui il “tuffatore” ritrova il suo luogo poetico nel giardino e nella carbonaia. Poi, una ad una, attraversa le sale e gli spazi, narrando i luoghi della sua poetica, il mare, il giardino, ponendosi di volta in volta in rapporto con gli spazi. «Peculiarità delle esperienze recenti di Enzo Navarra – rileva Massimo Bignardi – è infatti l’attenzione allo spazio, inteso quale architettura, geometria di relazioni, vale a dire materia vitale del corpo sociale, con autonome relazioni che articolano piani e volumi. Così è stato per l’installazione realizzata due anni fa nel chiostro del Palazzo di san Galgano a Siena, ove l’ideazione seguiva il tempo provvisorio proprio di una ‘messa in scena’, misurando la sua tenuta in luogo carico di valori simbolici». «Raccontare di Enzo Navarra – annota Federica Chezzi – è raccontare di un viaggio. Anzi, di tanti viaggi. Sicuramente del cammino percorso dalla Campania al Triveneto: ha appena ventitré anni quando vince la cattedra come insegnante di ruolo di Educazione Artistica. Dopo qualche supplenza a Matera viene assegnato a Pordenone e lì si trasferisce con la compagna, anche lei insegnante. E già in questo viaggio sono raccontati i molti altri di quei tanti italiani trasferitisi al Nord per lavorare. Di quei tanti artisti, anche; e molti proprio dell’aerea campana. Ma la ragione è economica, non culturale, dato che proprio negli anni Sessanta e Settanta le terre del Sud vedono la nascita di una vivace e sperimentale stagione artistica. Il primo viaggio di Navarra, in effetti, non sarà quello geografico verso un’altra regione, bensì un viaggio poetico, un percorso attraverso le ricerche estetico-sociali più innovative dell’Italia di quegli anni». In occasione della mostra è stato pubblicato, da Gutenberg Edizioni, il volume monografico Enzo Navarra, spazidi luoghi, curato da Federica Chezzi, con interventi di Enrico Crispolti e Massimo Bignardi, con un’ampia lettura critica della curatrice, apparati biografici e bibliografici ed un corredo illustrativo a colori e in bianco e nero.

Top
Condividi su Facebook
Condividi su Twitter
Condividi su Whatsapp
Condividi su Linkedin