Navi da crociera: Le dimensioni sempre maggiori preoccupano gli ambientalisti

Negli ultimi vent'anni le dimensioni delle imbarcazioni sono raddoppiate, ma le compagnie investono sempre più nella transizione "green".

Di Redazione Infocilento

Oggi il modo di concepire le vacanze è profondamente cambiato.

I viaggiatori moderni cercano esperienze che combinino comfort, avventura e la possibilità di esplorare mete affascinanti ed esotiche in tutta comodità, senza le complicazioni logistiche tradizionali.

In questo contesto, le crociere stanno emergendo come una soluzione ideale per soddisfare queste esigenze.

Le crociere sono una scelta di viaggio sempre più popolare e nel corso degli ultimi anni stanno crescendo in
maniera significativa, grazie alla loro capacità di offrire un’esperienza all-inclusive che permette di visitare diverse destinazioni in un breve lasso di tempo.

Inoltre, se si ha la fortuna di trovare delle crociere last minute (nel sito ticketcrociere.it ce ne sono diverse), questa tipologia di vacanza è particolarmente vantaggiosa per i turisti che hanno il desiderio di godersi il relax a bordo e le attrazioni turistiche senza spendere cifre esagerate.

La crescita del settore crocieristico in termini di numero di navi, passeggeri e, soprattutto, dimensioni delle imbarcazioni, può avere un impatto ambientale nient’affatto trascurabile.

Queste navi possono ospitare migliaia di persone e, a tutti gli effetti, si presentano come vere e proprie “città galleggianti“.

Le navi da crociera moderne, infatti, sono sempre più grandi e, come vedremo nel corso dell’articolo, richiedono immense quantità di carburante per muoversi, producendo un impatto ambientale significativo.

L’impatto ambientale delle “città galleggianti”

Secondo un recente rapporto di Transport & Environment (T&E), negli ultimi vent’anni le dimensioni delle navi da crociera sono raddoppiate, così come le emissioni di anidride carbonica e metano.

Il metano, in particolare, è un gas serra con un impatto sul riscaldamento globale circa 80 volte maggiore rispetto alla CO2. Questo ha sollevato molteplici preoccupazioni tra gli ambientalisti, che temono che il settore delle crociere, se non regolamentato adeguatamente, possa diventare una delle principali cause di inquinamento marittimo.

Le emissioni non sono l’unico problema. Le enormi quantità di acqua consumata e poi scaricata in mare dalle navi, sebbene trattata secondo normative internazionali, rappresentano un’altra sfida dirimente. Senza contare l’impatto che queste mega navi hanno sugli ecosistemi marini e sulle città portuali, spesso invase da migliaia di turisti in poche ore, mettendo sotto pressione infrastrutture locali già fragili.

La Icon of the Seas, varata nel 2024 da Royal Caribbean, per esempio, ha una stazza di 250.000 tonnellate e può trasportare fino a 10.000 persone tra passeggeri ed equipaggio.

Questa imbarcazione consuma oltre 100.000 litri di gas naturale liquefatto (GNL) al giorno, una quantità impressionante, anche se considerato un combustibile meno inquinante rispetto ai tradizionali carburanti marini.

Proseguendo su questa strada, sostengono i ricercatori del rapporto di T&E, entro il 2050 le navi da crociera più imponenti potrebbero arrivare a pesare 345.000 tonnellate, otto volte più voluminose del Titanic!

Per questo motivo, per sottolineare le dimensioni “mostruose” delle imbarcazioni, molti attivisti parlano di “Cruisezilla”, con un’arguta crasi tra “cruise”, ovvero crociera, e “Godzilla”.

La risposta del settore alle critiche degli ecologisti

Di fronte alle crescenti critiche, molte compagnie di navigazione stanno cercando di migliorare la loro immagine, investendo in navi alimentate con combustibili più “puliti” come il gas naturale liquefatto (GNL).

Alcune compagnie stanno inoltre esplorando tecnologie innovative per ridurre le emissioni, come l’adozione di carburanti sintetici o E-fuels, prodotti a partire da idrogeno verde.

Questi carburanti, sebbene ancora molto costosi, potrebbero rappresentare una soluzione a lungo termine per decarbonizzare il settore marittimo. Tuttavia, l’adozione su larga scala di queste tecnologie richiederà tempo e investimenti significativi.

Un’altra proposta avanzata da T&E è quella di introdurre una tassa globale sui biglietti delle crociere. Questa tassa, secondo l’organizzazione, potrebbe essere utilizzata per finanziare nuove tecnologie verdi e compensare i danni causati dall’inquinamento prodotto dalle navi da crociera.

Verso un futuro più sostenibile?

Nonostante le proteste e le crescenti critiche degli ecologisti, il settore delle crociere continua a espandersi.

Secondo le stime, nei prossimi anni verranno varate altre decine di nuove navi, molte delle quali costruite in Italia.

Nel 2023, il nostro Paese ha registrato 13,7 milioni di crocieristi e si prevede di superare i 14 milioni nel 2024. Un settore che genera miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro, ma che porta con sé costi ambientali da tenere in considerazione.

La sfida per il futuro sarà quella di conciliare la crescita economica del settore con la necessità di ridurre il suo impatto ambientale. Le compagnie di crociera sembra stiano andando proprio in questa direzione, adottando misure più incisive per limitare le emissioni e ridurre il consumo di risorse.

Le tecnologie verdi, come i carburanti sintetici, potrebbero rappresentare una via d’uscita, ma sarà necessario un impegno reale e concertato da parte di tutte le parti coinvolte per rendere le crociere un’opzione sempre più sostenibile per il futuro.

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