166 anni fa, il 23 aprile del 1857, nasceva a Napoli Ruggero Leoncavallo, compositore italiano noto in tutto il mondo per le sue opere liriche.
Benché nativo del quartiere Chiaia, Leoncavallo è stato sempre molto legato al Cilento, una regione situata nel sud Italia.
Ruggero Leoncavallo e il legame con il Cilento
Fin da bambino, la sua famiglia si trasferì da Napoli a Castellabate, su consiglio del medico Costabile Cilento, per il bene della sua madre incinta, Virginia D’Auria, che soffriva di gravi problemi di salute. Qui, Leoncavallo trascorse parte della sua infanzia e la nascita di sua sorella Irene è registrata presso la basilica pontificia di Castellabate. Successivamente, la famiglia si trasferì a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, dove il giovane Ruggero iniziò a sviluppare la sua passione per la musica sotto la guida del maestro Sebastiano Ricci.
Una vita segnata da diversi incidenti di percorso
Tuttavia, la vita di Leoncavallo non fu priva di tragedie. Nel marzo del 1865, assistette all’omicidio del suo accompagnatore e domestico, Gaetano Scavello, a Montalto Uffugo. Questo evento traumatico influenzò profondamente il giovane Ruggero e anni dopo, nel 1892, lo trasformò in una delle sue opere liriche più celebri e rappresentate al mondo: “Pagliacci”.
Gli studi
Nel corso degli anni, Leoncavallo viaggiò molto, studiando in Egitto e in Francia, dove conobbe importanti personalità dell’epoca. Fu durante questo periodo che scrisse “I Medici”. Tornato in Italia, si stabilì a Milano, dove scrisse e mise in scena per la prima volta “Pagliacci”, ottenendo un grande successo. Negli anni successivi, propose altre opere come “Chatterton” e “La Boheme”.
Verso la fine del XIX secolo, Leoncavallo si trasferì a Brissago, in Svizzera, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Morì a Montecatini Terme nel 1919 e fu sepolto a Firenze nel cimitero delle Porte Sante, accanto a sua moglie Berthe. Tuttavia, secondo il suo desiderio, nel 1989 le sue spoglie e quelle di sua moglie furono traslate a Brissago, sul Lago Maggiore, dove sono oggi sepolte nel portico del XVII secolo accanto alla chiesa rinascimentale della Madonna di Ponte.