Ricorre oggi l’anniversario della nascita di Luigi Guercio, scrittore e autore di rinomati saggi in lingua latina. Nato il 17 gennaio 1882 a Santa Maria di Castellabate, questo illustre personaggio lasciò un’impronta indelebile nella corrente letteraria del “latino vivente”. La sua vita, dedicata alla letteratura latina e al servizio religioso, è un capitolo fondamentale nella storia culturale italiana.
La storia
Luigi Guercio proveniva da una famiglia di umili origini, con un padre di nome Tommaso e una madre chiamata Caterina Izzo. Giovanissimo, intraprese il percorso formativo nel seminario diocesano dell’abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava. Nel 1904, fu ordinato sacerdote, e nel 1908 conseguì la laurea in lettere classiche all’università di Napoli con una tesi sul legame tra le visioni medioevali e la Divina Commedia, successivamente pubblicata a Roma.
I suoi successi
Nel primo decennio del ‘900, Guercio iniziò la sua carriera di insegnante in diversi licei del Mezzogiorno, tra cui quelli di Campobasso, Pescara e Sala Consilina. Nel 1950, come titolare di latino e greco al Liceo Tasso di Salerno (di cui fu anche preside fino al 1952), ottenne il primo premio nel “Certamen Capitolinum”, organizzato dall’Istituto di Studi Romani, con la composizione “Phoenix Casinensis”, ispirata alle vicissitudini dell’abbazia di Montecassino durante la Seconda Guerra Mondiale. Due anni dopo, replicò il successo con “Feriae Anticolenses” (vacanze a Fiuggi).
Il suo legame con il Cilento
Successivamente, il Vaticano gli affidò l’incarico di redigere testi in latino, diventando anche collaboratore di riviste latine. Guercio si distinse nella pubblicazione di saggi, versi e prosa, includendo traduzioni di autori italiani ed epigrafi. Il legame con la sua terra natale, il Cilento, rimase saldo, culminando nel 1959 con la pubblicazione in latino dell’ode “O patrii colles”, dedicata alla sua amata Castellabate.
La sua morte
Monsignor Luigi Guercio ci lasciò il 9 novembre 1962. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Salerno, la città che, nel decennio successivo, gli dedicò una strada in suo onore. A Castellabate, invece, l’istituto comprensivo di Santa Maria porta il suo nome, testimoniando il perdurare del suo ricordo nel tessuto educativo della sua terra natia.