Era il 4 agosto del 2009 quando Francesco Mastrogiovanni, maestro elementare di Castelnuovo Cilento, spirò presso l’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania. Era ricoverato in regime di Tso dal 31 luglio.
Francesco Mastrogiovanni: il tso
Quel giorno le forze dell’ordine lo andarono a prendere in spiaggia per un trattamento sanitario obbligatorio (per lui sarebbe il terzo nel giro di pochi anni). Quella mattina ci fu un dispiegamento di forze non indifferente: Francesco Mastrogiovanni fu circondato da terra e da mare da carabinieri e guardia costiera.
Alla fine cedette: «Non mi fate portare all’ospedale di Vallo, perché là mi ammazzano!», avrebbe esclamato prima di esser portato via, ma nessuno gli diede retta.
L’arrivo in ospedale e il ricovero
Arrivato in ospedale, Francesco Mastrogiovanni, venne dopo poco tempo legato con delle fascette di plastica al letto di contenzione. Fu liberato solo sei ore dopo il decesso, avvenuto il 4 agosto, ad 83 ore dal suo arrivo presso il presidio ospedaliero.
Il processo
Dopo il decesso è iniziato un lungo iter giudiziario al termine del quale sono state emesse alcune condanne.
Chi era Francesco Mastrogiovanni
Maestro nella scuola elementare di Pollica, anarchico, uomo di cultura, amatissimo dai suoi alunni che lo descrivevano come il «maestro più alto del mondo», Francesco Mastrogiovanni è diventato il simbolo per quanti lottano per un’adeguatezza delle cure in ambito psichiatrico.
Dopo la sua morte i Radicali hanno presentato una legge a lui intitolata finalizzata a bilanciare le esigenze di cura e tutela dei diritti.
Nel 2015 un docufilm raccontò la tragica morte di Mastrogiovanni.
Il ricordo
«Noi non dimentichiamo! Mio zio Francesco Mastrogiovanni è stato ucciso dalla mancanza di umanità di persone che avrebbero dovuto curarlo e invece hanno messo fine alla sua vita in poche ore. Nessuno, in quel reparto, lo ha considerato più come una persona». Così la nipote Grazia Serra lo ricordò lo scorso anno, in occasione del 12° anniversario della scomparsa.