Oggi moriva Filippo Patella, fervente patriota garibaldino, il cui percorso vitale ha lasciato un’impronta significativa nella storia.
La sua storia
Nato ad Agropoli il 25 marzo 1817, ha trascorso gli anni della sua formazione nel comune cilentano, dedicandosi agli studi prima di intraprendere il percorso al seminario.
Terminati gli anni di formazione religiosa, è stato designato parroco ad Agropoli, un incarico che ha affiancato all’attività di insegnamento. Il pensiero mazziniano ha immediatamente catturato la sua attenzione, portandolo ad affiliarsi alla Giovine Italia. In questi anni, ha giocato un ruolo attivo nella diffusione delle idee liberali e democratiche, tanto da essere incluso nel Comitato Nazionale e stabilire contatti diretti con Giuseppe Mazzini, a cui è stato affidato l’organizzazione del movimento rivoluzionario sul territorio.
La sua attività
Tuttavia, le autorità borboniche non hanno accolto con favore la sua attività, perseguendolo per le sue convinzioni. Nonostante ciò, Patella ha partecipato attivamente ai moti rivoluzionari nel Cilento e a Roma, dove ha incontrato Giuseppe Garibaldi.
Esule in Francia e nel nord Italia, ha intrapreso la carriera di professore di italiano, latino e greco. La svolta nella sua vita è arrivata quando ha appreso che Garibaldi stava organizzando una spedizione nell’Italia meridionale. Senza esitazione, si è recato a Genova e il 5 maggio 1860 ha salpato da Quarto con i “Mille”. Nella battaglia di Calatafimi in Sicilia, ha combattuto al fianco di Nino Bixio, distinguendosi anche nella presa di Palermo e Milazzo.
Raggiunta Napoli, ha partecipato alla battaglia del Volturno e è stato promosso a colonnello. Per i suoi atti eroici, è stato decorato con la medaglia al valore militare. Dopo lo scioglimento dell’esercito meridionale, è tornato a Napoli e ha ripreso l’insegnamento, diventando preside del liceo Umberto I. È deceduto a Napoli l’11 gennaio 1898.
Il suo legame con la città di Agropoli
Agropoli conserva una forte connessione con Filippo Patella: una via nel centro è dedicata a lui, mentre presso l’aula consiliare del Comune sono conservati il basco, il moschetto e la sciabola appartenuti al patriota garibaldino.