E’ terminato dopo dodici anni il processo per la morte dell’operaio Nicola Quaranta.
Il quarantenne originario di Postiglione morì, cadendo dall’impalcatura di un cantiere edile in località Mainardi di Aquara, il 14 febbraio 2011. Ma per stabilirlo c’è stato bisogno di più di un decennio e di tre gradi di giudizio.
Il processo
La scorsa estate erano stati assolti, dall’accuso di omicidio colposo, Esterina Lettieri e Gennaro Gorrasi, ossia la committente dei lavori e l’ingegnere progettista. Sul banco degli imputati erano finiti anche i fratelli Stefano e Giovanni La Manna, titolari della ditta. Tutti e quattro erano stati condannati, nel 2020, in primo grado a tre anni di reclusione.
La Corte di Appello, precisamente il 21 giugno 2022, dichiarò l’assoluzione di Lettieri e Gorrasi “per non aver commesso il fatto”.
Le motivazioni
Tra le motivazioni di tale sentenza vi fu l’aver accertato che Quaranta non era caduto dall’impalcatura del cantiere sito in località Carretiello di Roccadaspide e di proprietà di Lettieri, come si era detto in un primo momento, ma dal cantiere di località Mainardi di Aquara. Questa la ragione per cui i fratelli La Manna furono, invece, deferiti alla Procura della Repubblica per i provvedimenti del caso. La Cassazione ha confermato quanto previso in Appello.
La Lettieri è stata assistita, in questi anni, dall’avvocato Vincenzo Sangiovanni; l’ingegnere Gennaro Gorrasi, invece, è stato seguito dall’avvocato Gianquirino Cantalupo.
La famiglia di Quaranta, difesa dall’avvocato Nicola Maria Melchionda, attende ora giustizia nella speranza che le vere responsabilità, anche in relazione ai tentativi di infangare la verità, vengano accertate e punite secondo la legge.