Contrariamente a quanto si pensava qualche anno fa, il tratto urinario non risulta essere sterile. Di recente, un gruppo di scienziati ha individuato i fattori che modellano il microbiota urinario, in particolare per ciò che riguarda le donne anziane. La scoperta rappresenta un cambiamento importante nella comprensione delle vie urinarie, che in passato erano ritenute completamente prive di microrganismi. Adesso si sa che questo tratto dell’organismo ospita un complesso insieme microbico, influenzato da diversi fattori, come l’età e la genetica.
L’importanza del microbiota urinario sano
Le buone abitudini alimentari e igieniche sono ovviamente importantissime per avere un microbiota urinario sano. Tuttavia, è giusto specificare che anche l’assunzione di integratori come il d-mannosio – utilizzato soprattutto per la prevenzione e il trattamento della cistite (al riguardo segnaliamo che gli esperti di Dimann spiegano come il d-mannosio cura la cistite) – contribuisce a mantenere le condizioni ottimali della flora batterica nel tratto urinario.
Inoltre, è importante assicurarsi di bere almeno due litri di acqua al giorno, per fare in modo che le vie urinarie siano ben idratate e per rendere più semplice l’eliminazione di batteri potenzialmente nocivi. L’alimentazione ricca di frutta e verdura favorisce l’equilibrio del microbiota. Allo stesso modo, bisognerebbe evitare zuccheri raffinati e alimenti ricchi di conservanti, che potrebbero alterare il microbiota, con una maggiore proliferazione di batteri patogeni.
Lo studio sull’analisi del microbiota urinario
Studi recenti hanno messo in luce che le vie urinarie ospitano una comunità microbica, costituita da microrganismi presenti nella vescica e negli organi collegati. Questa scoperta ha cambiato il paradigma della medicina moderna, in quanto dimostra che il corpo umano è un ecosistema in cui diverse popolazioni microbiche convivono ed interagiscono.
In precedenza, i ricercatori si erano concentrati soprattutto sui batteri associati alle infezioni del tratto urinario e le analisi riguardavano campioni da gruppi di piccole dimensioni, limitando così la comprensione generale del microbiota urinario sano.
Per analizzare in dettaglio ciò che accade nell’ambito del microbiotaurinario, Claire Steves, del King’s College di Londra, insieme al suo gruppo di lavoro, ha raccolto e studiato campioni di urina di 1.600 donne con un’età media di 66 anni, senza segni evidenti di infezioni urinarie. Questo campione ampio ha consentito di ottenere una visione molto più dettagliata rispetto agli studi precedenti, mettendo a disposizione una base solida per comprendere le dinamiche microbiotiche nelle vie urinarie di persone sane.
Le differenze rispetto al microbiota intestinale
Gli scienziati hanno scoperto che ci sono delle differenze importanti tra il microbiota delle vie urinarie e quello intestinale. Ad esempio, è stato rilevato che le vie urinarie contengono maggiori quantità di Fusobacteria, Actinobacteria e Proteobacteria, mentre Firmicutes, Bacteroidetes e Verrucomicrobia sono presenti in misura inferiore rispetto alle quantità che esistono nel microbiota intestinale.
Sono dei risultati importanti quelli emersi dallo studio realizzato sull’argomento, che indicano che il tratto urinario ha un microbiota unico e specifico, che probabilmente svolge funzioni differenti rispetto a quello intestinale.
È stato anche osservato che la varietà di batteri che si trovano nelle urine può cambiare in modo notevole da persona a persona. Il gruppo di studio ha scoperto, infatti, che alcuni fattori, come l’età, eventuali precedenti infezioni urinarie e la predisposizione genetica, sono determinanti per definire la composizione microbica.
Nello specifico, sembra avere un impatto importante sulla maggiore diversità del microbiota l’età avanzata, mentre avrebbero degli effetti minori la dieta e l’assunzione di antibiotici. Questa variabilità tra gli individui indica che il microbiota urinario è molto complesso e mette in luce che ogni persona ha un insieme microbico unico che risponde in modo diverso agli stimoli interni e a quelli esterni.
Il microbiota intestinale, che è conosciuto per una complessità notevole e per un ruolo importante nella salute generale, ha un profilo diversorispetto a quello urinario, che sembra essere meno influenzato dalla dieta, ma maggiormente condizionato da fattori biologici, come lo stato ormonale e l’età. Si tratta di una differenza che potrebbe avere implicazioni importanti per lo sviluppo di terapie personalizzate che tengano conto della composizione microbica specifica di ogni individuo.
Le infezioni urinarie e i fattori genetici
Tra i batteri che sono stati identificati, il gruppo di Escherichia-Shigella, conosciuto per essere un possibile responsabile delle infezioni del tratto urinario, è stato rilevato anche nel microbiota di donne anziane senza infezioni attive. La presenza di questi batteri sembra essere condizionata dalla genetica e dall’età.
La predisposizione genetica potrebbe, infatti, rendere alcuni individui più suscettibili alla colonizzazione da parte di questi patogeni, nonostante l’assenza di sintomi di infezione. Lo studio mette in evidenza che, oltre all’età e alla genetica, altri fattori come lo stato immunitario e la storia medica del paziente possono avere un ruolo importante nell’influenzare la composizione del microbiota urinario.
Per esempio, l’utilizzo di farmaci, compresi gli antibiotici, potrebbe alterare l’equilibrio microbico, creando un ambiente favorevole per alcuni batteri potenzialmente patogeni. Si tratta, quindi, di risultati particolarmente rilevanti in considerazione anche dell’aumento delle resistenze antibiotiche e della necessità di sviluppare nuovi approcci per la gestione delle infezioni urinarie.