Maxi operazione contro ricettazione e furto di reperti archeologici: nei guai due cilentani

Sgominata un'organizzazione dedica alla ricettazione, furto e esportazione illecita di reperti archeologici e numismatici

Di Ernesto Rocco

Smantellata dai carabinieri del nucleo tutela del patrimonio artistico di Bari e dalla procura di Trani un’organizzazione dedita alla ricettazione, al furto e all’esportazione illecita di reperti archeologici e numismatici. Sul registro degli indagati sono finiti in 51 indagati, 21 dei quali raggiunte da varie misure cautelari.

L’operazione nel Cilento

Misure cautelari anche per un uomo residente a Lustra sottoposto ai domiciliari e uno residente a Capaccio Paestum sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’epicentro dell’operazione era Canosa di Puglia ma aveva ramificazioni in tutta l’Italia centro meridionale, coinvolgendo anche tombaroli, ricettatori o persone che ricoprivano entrambi i ruoli, e che giravano dall’Abbruzzo, al Lazio, alla Campania, alla Basilicata e ovviamente alla Puglia, oltre che nel Trentino.

Le accuse

Le accuse dovranno eventualmente essere confermate in fase giudiziale. Tuttavia secondo gli inquirenti l’organizzazione si approvvigionava di reperti archeologici, prevalentemente di carattere numismatico, attraverso scavi clandestini eseguiti da vere e proprie squadre di tombaroli in aree campane, lucane e pugliesi, per la successiva esportazione illecita all’estero e immissione nel mercato illegale delle opere d’arte. Una moneta poteva valere fino a 60mila euro.

I sequestri

Nel corso dell’inchiesta sono stati rinvenuti e sequestrati complessivamente 3.586 beni archeologici, numismatici e ceramici in diverse regioni d’Italia (Puglia, Basilicata, Campania, Abruzzo, Lazio e Trentino Alto Adige).

I militari del tenente colonnello Giovanni Di Bella sono ancora all’opera per valorizzare dal punto di vista investigativo quanto ritrovato anche nel Salernitano, durante le perquisizioni di ieri mattina.

«Grazie allo straordinario apporto investigativo dei Carabinieri dell’Arte, l’indagine ha consentito di accertare e frenare un’impressionante azione predatoria a danno del patrimonio archeologico del nostro territorio, della eccezionale ricchezza culturale di Canosa» ha affermato Renato Nitti, Procuratore della Repubblica a Trani. «Un successo investigativo, che tuttavia dimostra in modo inequivocabile come il nostro territorio custodisca ancora incommensurabili tesori preda di tombaroli e trafficanti senza scrupoli. Sul fronte dei recuperi all’estero sono impegnati i Carabinieri dell’Arte, che si giovano del sostegno concreto e fattivo del Ministero della Cultura italiano» ha dichiarato il generale di brigata.

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