Basta alle lunghe liste d’attesa. Lo dice il Codacons, che da anni denuncia il grande problema dei tempi biblici necessari a realizzare gli esami strumentali o diagnostici, oltre che delle visite specialistiche.
Un problema nazionale
Anche se la gestione della Sanità è ad appannaggio regionale, i problemi dipendenti dalla gestione delle visite, interventi ed esami specialistici sono generali, ma particolarmente critici nelle regioni del Sud.
Una cosa grave per un sistema sanitario, organizzato su base universalistica e istituzionalmente deputato a rispondere alla domanda di prestazioni mediche da eseguire in tempi compatibili con le esigenze di cura richieste dalle specifiche condizioni di salute dei cittadini.
“Ritardi nella diagnosi o nella cura di una patologia determinati da una attesa eccessiva – chiarisce il Codacons -rischiano di compromettere, anche in maniera radicale, la salute del paziente cui dovrebbe essere comunque garantita l’assistenza sanitaria in base a criteri di efficienza, efficacia e appropriatezza”.
Il fallimento del PNGLA
Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa nasce con l’obiettivo prioritario di avvicinare ulteriormente la sanità pubblica ai cittadini e prevede tempo massimi di attesa per l’accesso ai servizi sanitari pubblici ma non viene rispettato, a farne le spese sono i cittadini più bisognosi.
Il cittadino- dunque- non ha altra scelta che ricorrere alla sanità in regime privatistico sopportandone i relativi costi.Il paziente che non riesce ad eseguire la prestazione richiesta tramite il SSN potrà e dovrà rivolgersi alla sanità privata ed i costi della prestazione così ottenuta gli dovranno essere rimborsati”.
La soluzione
Il Codacons ha messo a disposizione un modulo per richiedere il rimborso del costo sostenuto per la prestazione sanitaria inerente la visita eseguita dal professionista privato, presso la struttura sanitaria privata, a causa della impossibilità di eseguire la medesima prestazione medica a carico del servizio sanitario pubblico per le lunghe liste d’attesa.
“Si sottolinea come tale procedura non possa garantire al cittadino che il rimborso richiesto venga riconosciuto e quindi erogato; conseguentemente, potrebbe essere necessario un contenzioso giudiziario per la effettiva tutela dei propri diritti”.