Il disegno di legge sull’autonomia differenziata il 23 gennaio scorso è stato approvato dall’aula del Senato, adesso è passato all’esame della Camera. Questa riforma, voluta dalla Lega e sostenuta dal Governo Meloni, prevede sia il trasferimento di maggiori competenze dallo Stato alle regioni, in ben 23 materie, sia il prelievo di risorse da parte delle regioni sul gettito fiscale prodotto sul proprio territorio. Le associazioni, i sindacati e i comitati si battono contro l’autonomia differenziata, secondo cui questa riforma genererà il caos normativo e aumenterà i divari tra i territori, in quanto le regioni più ricche avranno maggiori risorse per i servizi pubblici a danno delle regioni più povere.
Convegno
Il 17 febbraio 2024 si parla di autonomia differenziata nell’aula consiliare del Comune di Agropoli, a partire dalle ore17:00, alla presenza del Sindaco di Agropoli Roberto Mutalipassi, di esponenti degli enti locali, della scuola e della sanità. Ci sarà il contributo dei parlamentari Vincenza Aloisio, Franco Mari e Francesco Castiello. Chiuderà l’incontro il giornalista e scrittore Pino Aprile, che da sempre si batte contro il divario socio-economico tra Nord e Sud, divulgando con i suoi scritti le ragioni storiche e istituzionali di queste disuguaglianze.
Le posizioni di associazione e comitato
Il convegno è stato promosso dall’associazione dei consumatori CODICI e dal Comitato Italia Unita-no autonomia differenziata. Il segretario provinciale di Codici Salerno Massimo Carleo “Corriamo il rischio di ritrovarci nella situazione assurda di vivere in un’Europa senza frontiere e un’Italia dove le leggi regionali limitano di fatto gli scambi e la mobilità. Con l’autonomia differenziata il servizio sanitario nazionale lascia il posto al servizio sanitario regionale, ove le regioni hanno il potere di limitare l’accesso alle cure dei cittadini non residenti in quel territorio regionale. Con l’autonomia differenziata il sistema scolastico nazionale lascia il posto ai sistemi scolastici regionali, nulla può impedire alle regioni di bandire concorsi in cui viene richiesto il titolo conseguito secondo il proprio sistema scolastico regionale. Con la diversificazione delle norme sul commercio, i piccoli imprenditori saranno soggetti a sforzi onerosi per poter commercializzare i propri prodotti in regioni che richiedono stringenti requisiti. Con questi incontri informiamo i cittadini dei contenuti della riforma prevista dal disegno di legge Calderoli, che prevede il trasferimento dallo Stato alle regioni di poteri e competenza in ben 23 materie, quali: Rapporti con Ue, Commercio estero, tutela-sicurezza lavoro, Istruzione, Ricerca scientifica, Tutela Salute, Alimentazione, Ordinamento sportivo, Protezione Civile, Porti-aeroporti, Grandi reti navigazione, Ordinamento comunicazione, Energia, Previdenza integrativa, Ambiente, Valorizzazione Beni Culturali, Promozione eventi culturali, Aziende di credito, Enti regionali credito agrario, Organizzazione giustizia di pace. Questa riforma serve soltanto per raggiungere lo scopo per il quale è nata la Lega. Non possiamo accettare un’Italia in cui i diritti di cittadinanza sono differenziati in base al gettito fiscale regionale. Questa riforma, ribattezzata come Spacca-Italia, danneggerà l’Italia intera, anche se inizialmente a pagare il prezzo più alto saranno le regioni del Mezzogiorno, costrette a tagliare da subito i servizi pubblici, con la chiusura anche di scuole e ospedali. La politica con queste riforme si pone in completa antitesi con il sentimento nazionale che portò all’unità d’Italia, ciò inevitabilmente favorirà i regionalismi a danno del sentimento nazionale, gettando le basi per un contro-Risorgimento. I giovani e i cittadini di ogni angolo d’Italia sono chiamati a fare la loro parte per un Paese unito, con diritti di cittadinanza uguali per tutti. Il referendum abrogativo resterà l’ultimo baluardo, qualora la politica perseveri in questa riforma che mira a dividere l’Italia in venti Stati-Regioni. Come Codici vogliamo servizi pubblici uguali per tutti i cittadini, non è utile al futuro dell’Italia avere servizi pubblici differenziati sulla base del gettito fiscale regionale”