Con un decreto del Presidente Franco Alfieri, la Provincia di Salerno ha deciso di rimuovere l’edificio che ospita l’Archivio di Stato di Salerno dalla lista dei beni alienabili. Questo edificio, di circa 4.400 metri quadrati e situato in piazza Abate Conforti, era stato incluso nella lista dei beni destinati alla vendita al fine di migliorare la situazione finanziaria pubblica.
Una scelta politica coraggiosa
Il Presidente Franco Alfieri ha dichiarato che la politica ha il dovere di fare scelte. Per questo motivo, ha deciso di intervenire sul Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni Immobiliari 2023-2025, cancellando beni di interesse storico-artistico come Palazzo D’Avossa, il Complesso di Piantanova e l’Archivio di Stato.
Secondo Alfieri, la classe dirigente deve orientarsi con coraggio e senso di responsabilità, basandosi su principi e valori che indicano una direzione da seguire. Il bilancio dell’ente dovrebbe quindi essere riequilibrato attraverso il monitoraggio dei residui e la riduzione dei costi inutili, anziché attraverso la vendita di edifici storici.
Grazie alla rinegoziazione del Piano di riequilibrio dell’Ente, si è evitata l’alienazione di una parte significativa del patrimonio.
La gioia della direttrice dell’Archivio di Stato
Fortunata Manzi, neo-direttrice dell’Archivio di Stato di Salerno, accoglie con entusiasmo la decisione del Presidente Alfieri. Grazie a questa scelta, si allontana finalmente il pericolo che l’Archivio si ritrovi senza una sede, cosa che non accadeva dal 1812, quando è stato istituito durante l’era murattiana.
L’Archivio rappresenta un tesoro inestimabile, pieno di peculiarità che Manzi desidera condividere con cittadini e turisti. Attraverso eventi e mostre basati sui preziosi documenti custoditi, si mira a suscitare l’interesse di un pubblico ampio e variegato.
Un palazzo dalle molteplici bellezze
L’edificio che ospita l’Archivio di Stato, di origine medievale, è stato un tempo sede della Regia Udienza Provinciale. Esso rappresenta una tappa interessante per coloro che desiderano conoscere le bellezze della città, come la cappella angioina dedicata a San Ludovico da Tolosa, dalle maestose linee essenziali. Vi si trova anche la cella angusta in cui, secondo la tradizione popolare, sarebbe stato imprigionato Carlo Pisacane. Inoltre, numerosi prigionieri accusati di sedizione dal governo borbonico furono rinchiusi in attesa di giudizio in questo edificio.
L’Archivio custodisce inoltre le carte dell’antico collegio medico salernitano, con una ricca documentazione sul conferimento dei gradi dottorali in medicina, chirurgia e farmacia. Infine, vi si trova anche la collezione numismatica “Paolo Emilio Bilotti”, che conta circa 11.000 monete datate dal VI secolo a.C. ai primi decenni del XX secolo d.C.
Valorizzare il patrimonio storico
La direttrice Manzi sottolinea l’impegno nel valorizzare l’Archivio di Stato, rendendolo accessibile non solo a studiosi ed esperti, ma a tutti. L’obiettivo è condividere il patrimonio documentale, che si estende per circa 16 chilometri lineari di faldoni tra l’edificio antico e la torre moderna di 9 piani. Si desidera che l’Archivio diventi una meta di visita per cittadini e turisti, offrendo eventi e mostre che soddisfino gli interessi più vari.
Un nuovo corso che parte da una mostra
Il punto di partenza di questo nuovo corso sarà una mostra sul Grand Tour e le sue testimonianze. La provincia di Salerno ha attratto numerosi visitatori tra il XVIII e i primi decenni del XX secolo, e la mostra si propone di raccontare questa storia. Il 16 giugno, alle ore 18:00, si terrà un incontro dal titolo “Grand Tour ieri e oggi” con la partecipazione di importanti relatori. Questo evento segna l’inizio di un percorso che mira a valorizzare l’Archivio di Stato di Salerno e renderlo accessibile a tutti.