Il tribunale di Nocera Inferiore ha emesso una sentenza di non imputabilità nei confronti del 41enne di Fisciano accusato del tentato omicidio della figlia di 2 anni. L’uomo, che dovrà trascorrere (salvo decisione diversa dei medici) cinque anni in una Rems (Residenza esecuzione misure di sicurezza), è stato giudicato incapace di intendere e di volere nel momento in cui ha compiuto l’azione.
La condizione mentale dell’imputato
Una terza perizia, richiesta dal tribunale, ha confermato che l’uomo fosse incapace di intendere e di volere in ragione di un «disturbo psicotico breve con marcato fattore di stress». La sua condizione ebbe il suo inizio quando, qualche giorno prima dell’evento, immaginò che in un pacco postale arrivato a casa vi fosse una bomba destinata alla figlia.
Il lavoro del consulente
Le condizioni dell’imputato sono state illustrate in udienza dal perito nominato dal tribunale, Ferdinando Pellegrino. Il lavoro del consulente ha in sostanza confermato quanto già altre due perizie avevano messo nero su bianco, quella della procura e quella di parte, chiesta dalla difesa del 41enne. La psicosi di cui soffriva l’uomo è gestibile e curabile con una cura farmacologica specifica, che gli fu somministrata in carcere e poi in una rems.
La dinamica dell’evento
La dinamica di quanto accaduto fu ricostruita dai carabinieri della compagnia di Mercato San Severino. Le indagini si servirono del sonoro estratto da una telecamera di un palazzo poco distante da quello dell’incidente, grazie al quale si intuì che fu l’uomo a lanciare la piccola dalla finestra. Oltre ad una serie di testimonianze raccolte sul posto. La bambina fu soccorsa dalla madre, originaria di Aquara. Trasferita al Ruggi e poi al Santobono di Napoli, fu operata per una frattura ad un braccio.