La transizione ecologica è un fenomeno che sta interessando diversi settori in tutto il mondo.
Le motivazioni per la riduzione decisa dell’inquinamento e della distruzione dell’ambiente sono diverse e riguardano sia la nostra salute immediata, sia quella delle generazioni future.
È infatti stato calcolato dall’UNICEF che nel 2021 circa 8 milioni di persone siano morte per ragioni legate al solo inquinamento atmosferico.
E come se non bastasse, ci sono i problemi legati all’ormai arcinoto riscaldamento globale, che comportano modifiche negli ecosistemi di tutto il mondo, impattando l’agricoltura, l’allevamento e in generale la produzione di derrate alimentari, oltre ad aver sensibilmente incrementato alcuni fenomeni climatici estremi che pongono un rischio immediato per le popolazioni di tutte le aree maggiormente colpite.
Anche nel Cilento la transizione ecologica sta facendo i suoi passi, con per esempio l’installazione del primo impianto fotovoltaico della CER Andromeda.
Ma la produzione di energia non è l’unica soluzione. La transizione ecologica è fatta di un approccio multidisciplinare, che coinvolge molti settori, tra cui l’edilizia, i trasporti e perfino il settore minerario.
Alluminio di riciclo, verso le emissioni zero entro il 2030
L’alluminio pone un esempio perfetto in questo senso. L’estrazione del materiale grezzo comporta un impatto ambientale molto pesante.
Per prima cosa vanno individuati i luoghi dove aprire le miniere, che verranno severamente danneggiati da un punto di vista ambientale una volta stabilite le attività di estrazione.
Le operazioni di estrazione stessa sono altamente inquinanti, in quanto uno dei prodotti di scarto della produzione di alluminio sono i fanghi rossi, che vengono rilasciati nell’ambiente contaminando terreni e falde acquifere.
Ovviamente risulta molto inquinante anche la preliminare lavorazione in situ del metallo, che deve essere preparato per il trasporto e il trasporto stesso, per far giungere il materiale grezzo nelle fabbriche dove poi verrà trasformato per poter essere lavorato.
Tutto questo ha oltre all’immediato impatto descritto dalle varie fasi, anche un impatto dovuto alla grande quantità di energia che serve per l’estrazione, per la pre lavorazione, per il trasporto e per la lavorazione finale.
Energia che non necessariamente è prodotta in modo controllato e da fonti rinnovabili.
Fortunatamente l’alluminio è al 100% riciclabile. 100% riciclabile significa sia che non ci sono scarti del riciclo, e che la quantità che viene lavorata per essere riutilizzata rimane sostanzialmente inalterata, sia che le proprietà dell’alluminio riciclato rimangono le stesse di quello da miniera.
Questa caratteristica è quella che ha permesso a Hydro, multinazionale norvegese, che in Italia è presente con il marchio DOMAL, di mettere in piedi un piano altamente ambizioso per la produzione di alluminio senza alcuna emissione.
L’azienda ha già da tempo iniziato ad usare un tipo di alluminio, detto Circal, che è al 75% riciclato e che le ha già permesso di abbattere le emissioni in modo molto importante.
Ora si sta concentrando su un’ulteriore riduzione, che la porti all’obiettivo di avere un produzione di materiale che sia ad emissioni zero.
Il piano è ambizioso ma assolutamente alla portata del colosso norvegese, che continua ad essere all’avanguardia nella produzione di alluminio di riciclo.
L’alluminio di riciclo è utilizzato in diversi settori, tra cui per esempio la produzione di serramenti, ossia sistemi per finestre e porte, sia da esterni, sia da interni.
Ma il materiale ha una notevole versatilità e può essere utilizzato anche per la produzione di componenti meccaniche nel settore automobilistico.
Nella lunga e complessa strada che ci porterà ad affrontare e risolvere le sfide per un ambiente migliore, con aria più pulita e alla fine condizioni di vita più sane per tutti, l’utilizzo di soluzioni come il recupero di materiali riciclabili e la loro ridestinazione ad altri usi è senza dubbio una pietra fondamentale.