I prezzi di latte, riso, zucchero, olio, sono ormai alle stelle, ma i rincari maggiori si registrano sul costo dei biglietti aerei nazionali + 71,5%. Non accenna a rallentare l’inflazione.
Nuovamente a denunciarlo è la Codacons, dopo essersi occupata dei prezzi di alcuni prodotti pasquali, raddoppiati rispetto all’anno precedente. Sotto alla lente dei controlli, questa volta finiscono i prezzi di alcuni prodotti venduti dal mese di marzo in poi, sempre considerando la frenata dei costi di luce e gas.
Il carrello langue
Codacons calcola che, nel solo mese di marzo, il prezzo di molti prodotti di diffuso consumo sia quasi raddoppiato: quello del riso è aumentato del +41,7%, del 34,6% quello del latte a lunga conservazione, segue l’olio di semi + 31,4%, i formaggi + 28,9%, la margarina +28,4%. Non andrebbe meglio per l’olio d’oliva, il cui prezzo è rincarato del 27%, si attesta su un +24,9%quello il burro .
Con il prezzo dello zucchero si conquista il primo posto dei prodotti fuori controllo (+55%). “Rincari superiori al 22% per latte fresco e uova. Non si salvano nemmeno i gelati (+21,3%), le patatine fritte (+20,4%), i succhi di frutta (+18,4%) e l’insalata (+18,2%)”. Naturalmente l’aumento dei prezzi scoraggia i consumi, rafforza le rinunce.
“Vòlano” anche i prezzi dei biglietti aerei
Il record dei rincari spetta ai biglietti aerei per i voli nazionali, saliti del +71,5% su base annua, seguiti dai voli europei (+62,8%) e da quelli internazionali (+59,1%) – analizza il Codacons . Sempre alto, anche se in flessione rispetto al mese di febbraio, il costo dell’energia sul mercato libero( (+44%, contro il +101,3% di febbraio e al +174,8% di gennaio) e del gas, che sempre sul mercato libero cresce del +42% (contro il +117,8% di gennaio.
Ucraina e speculazioni
Codacons continua a chiedere l’intervento del Governo sul controllo degli aumenti ingiustificati dei prezzi: “Sul fronte dei prezzi siamo di fronte ad un corto circuito – ha commentato il presidente Carlo Rienzi – l’inflazione cala ma i listini al dettaglio registrano rincari a due cifre, specie per i beni più frequentemente acquistati dai consumatori come gli alimentari. Il potere d’acquisto dei cittadini,in base all’ultimo report dell’Istat è sceso addirittura del 3,7%. Alla base di tale situazione, il conflitto in Ucraina che continua a sconvolgere i mercati delle materie prime, il clima impazzito che danneggia le coltivazioni e riduce la produzione, ma anche evidenti speculazioni su cui il Governo farebbe bene ad accendere un faro, ricorrendo alla Guardia di Finanza per accertare la correttezza dei rialzi”.