Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Franco Cembalo, ha invitato le famiglie dei ragazzini che hanno vandalizzato il parco giochi sito in località Cerrelli a farsi avanti autonomamente in modo da concordare un risarcimento adeguato con l’ente.
L’invito è giunto dopo l’analisi dei filmati della videosorveglianza che hanno ripreso l’accaduto. Un invito, però, non condiviso dal consigliere comunale di opposizione, Enzo Giardullo che ha accusato l’amministrazione di aver spettacolarizzato l’episodio.
Dichiarazioni dell’Opposizione
“Forse si poteva evitare la spettacolarizzazione. E’ oramai di dominio pubblico l’episodio che vede coinvolti alcuni minori alle prese con un atto vandalico e ingiustificato, il gesto va condannato con fermezza e decisione e non va giustificato, ma invece di contribuire ad alimentare un polverone e la “caccia alle streghe” si sarebbero potuti chiamare in causa i genitori, avviando una discussione e una collaborazione, agendo direttamente sulle famiglie ed evitando di mettere questi ragazza alla gogna. In questo modo si potevano sortire effetti migliori, di educazione civica sicuramente e di insegnamento evitando chiacchiericcio e spettacolarizzazione” questo in sintesi il pensiero di Giardullo.
La risposta della maggioranza
Pronta la risposta della maggioranza giunta dal consigliere Sergio Di Masi: “Denunciare chi compie un atto vandalico è fondamentale e farlo pubblicamente è il segno tangibile che siamo in un paese civile e moderno, la soluzione “vecchio stile” da lei proposta del chiamarsi da parte i genitori e patteggiare con loro un risarcimento, ha il sapore acre di certi ambienti dove la legge la facevano taluni personaggi da saloon. Denunciare in primo luogo contribuisce a far rispettare la legge e a mantenere l’ordine nella società” ha risposto, rivolgendosi a Giardullo.
Di Masi aggiunge che denunciare gli atti vandalici mette in evidenza che la società non tollera comportamenti distruttivi e illegali, promuovendo un senso di responsabilità individuale e collettiva e precisando, ancora, che le identità dei ragazzini coinvolti sono state sempre preservate.