Il Gruppo Smet critica Bruxelles e porta avanti la sua rivoluzione green

De Rosa: “Perché si sceglie la sola modalità elettrica e come potrà essere alimentata tutta la mobilità europea?”

Di Redazione Infocilento

Il Gruppo SMET in prima linea per la rivoluzione green nel settore dei trasporti e della logistica, anche se questo vuol dire andare contro le decisioni europee.

Domenico De Rosa, Ceo del Gruppo SMET, non ha tentennamenti: la decisione di bloccare la vendita dei veicoli endotermici, a partire dal 2035, non solo è “miope”, ma anche “assolutamente inutile per il clima, dannosa per l’ambiente, insostenibile socialmente e catastrofica per l’industria europea”.
“La scelta univoca di andare verso una mobilità elettrica non fonda la propria ragione nella dimostrazione che i veicoli elettrici, nel loro ciclo vita, siano a zero emissioni – ha spiegato De Rosa – E, inoltre, non si è pensato a come poter alimentare l’intera mobilità europea dal punto di vista dell’elettricità. Nessuno parla dei quantitativi necessari e di come poter servire l’intero parco dei motori elettrici circolante europeo”.
Il Ceo di Smet ha, inoltre, argomentato: “Le emissioni di CO2 a livello planetario, secondo l’ultimo report, sono state pari a 33,3 miliardi di tonnellate; le autovetture europee, in questo valore, incidono solamente per l’1,4%. Siamo, dunque, di fronte ad una battaglia verso un modello industriale europeo per sconfiggere un problema, non considerando tutti disastri che tale politica produce”.

Da qui l’atteggiamento critico verso la politica europea. “Non riesco a capire cosa si nasconda dietro questa politica e quali siano gli interessi di questo Parlamento in scadenza – ha precisato – Mi auguro che ci sia la possibilità di tornare a confrontarsi con gli organi economici intermedi italiani ed europei e che si possa effettivamente rivisitare l’inquadramento e il quadro normativo imposto a livello dirigista dalla Commissione, che sembra più ispirata all’ideologia ambientalista che al clima e alla neutralità carbonica effettiva”.

Dell’argomento si è parlato, ieri, anche in Senato. Il ministro del MISE (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) Adolfo Urso ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di chiarire alla nazione il futuro della filiera industriale dei veicoli a motore, alla lue delle recenti normative europee.
“Sono soddisfatto che, anche sulla scia delle nostre considerazioni, le Istituzioni e la politica si siano sensibilizzate per occuparsi in tempo di salvaguardare i livelli produttivi, la tenuta occupazionale del settore e assicurare la riconversione della filiera”, ha precisato De Rosa, che ha anche posto l’accento sulle ricadute occupazionali della messa a bando in Europa dei motori endotermici. “La filiera delle automotive rappresenta circa il 20 per cento del PIL italiano, con quasi 270mila lavoratori – ha concluso De Rosa – Dobbiamo chiedere subito al Governo che interventi ritiene di dover mettere in campo”.

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