Sembra quasi una storia inventata, invece questa volta la realtà ha superato la fantasia. A Trento due genitori hanno fatto ricorso al Tar per far bocciare il figlio che nonostante i numerosi problemi avuti nel corso dell’anno ha ottenuto la promozione alla classe successiva. Stupito Paolo Pendenza, presidente dell’associazione nazionale presidi di Trento, che afferma: «È la prima volta che sento una cosa del genere, di solito accade il contrario».
L’episodio
Gravi problemi di salute hanno costretto il bambino a non frequentare con assiduità le lezioni, che potrebbe mostrare alcune lacune nonostante la valutazione positiva ottenuta a fine anno scolastico. Così i due genitori hanno ritenuto che ripetere l’anno fosse nell’interesse del figlio in modo tale da non sentirsi svantaggiato negli anni a venire, recuperando così la serenità perduta.
La richiesta di bocciatura era già stata posta all’attenzione del consiglio di classe e della dirigente scolastica che però hanno ritenuto giusta la promozione, a seguito della quale i genitori hanno richiesto di ripetere il consiglio, istanza però rinnegata dalla DS.
Senza scoraggiarsi i due hanno fatto ricorso al Tar che in via cautelare ha dato ragione alla famiglia: il piccolo ripeterà l’anno.
I risultati del sondaggio
Ha destato stupore la scelta di questi due genitori, nonostante il giudice abbia deciso che lo studente potesse così «intraprendere un nuovo percorso scolastico, ritenuto più idoneo alla situazione personale». I nostri utenti si trovano d’accordo con la scelta dei genitori all‘87%, tuttavia c’è chi storce il naso affermando che in questo modo si dà poca importanza al lavoro svolto dagli insegnanti e al giudizio da loro espresso. Fa riflettere il fatto che a trovarsi in linea con il Tar, nel nostro sondaggio, siano la maggior parte genitori, mentre i voti a sfavore sono quelli di studenti e giovani matricole.
«Alcuni genitori hanno avuto più coraggio degli insegnanti, non è sempre ora tutto ciò che luccica. Spesso ci sentiamo sotto processo soltanto perché svolgiamo il nostro lavoro, prima il professore parlava e la famiglia assecondava, ora i ruoli sono ribaltati e non è facile insegnare in queste condizioni», scrive Grazia, insegnante.