Potrebbe variare dai 5.000 ai 100.000 euro la sanzione da pagare per chi si macchierà di forestierismo linguistico. Questa la proposta di legge presentata da Fabio Rampelli, esponente di Fratelli d’Italia, a Montecitorio.
Battaglia di vecchia data per il partito che, sostenuto dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, si è trovato nella posizione di avanzare la richiesta restrittiva nei confronti dei cittadini.
Cosa accade se la pubblica amministrazione utilizza termini stranieri
Secondo quanto definito nel testo: chiunque, soprattutto nella pubblica amministrazione, utilizzi termini non italiani si macchierà di abuso delle lingue straniere.
La legge non varrà soltanto per le pubbliche amministrazioni, ma anche nei contratti e nelle scuole. Quest’ulteriore stretta da parte del partito sembra non fermarsi qui.
L’idea è quella di arrivare ad obbligare le amministrazioni pubbliche all’utilizzo della sola lingua italiana nel parlato e nei documenti, seguendo la linea di Francia e Spagna.
La proposta nel dettaglio
Si tratta di un disegno di otto articoli in cui si stabilisce che: la Repubblica garantisce l’uso della lingua italiana nei rapporti tra la PA e il cittadino e in sede giurisdizionale, l’italiano è obbligatorio per promuovere e fruire dei beni e servizi territoriali, è obbligatorio l’utilizzo della lingua italiana nei contratti, verrà istituito un Comitato per la tutela che si occuperà di promuovere e valorizzare il nostro idioma all’estero,la sanzione amministrativa per chi viola questa legge consisterà nel pagamento di una somma che può variare dai 5mila ai 100mila euro.
Secondo gli esponenti di FDI «la lingua italiana rappresenta l’identità della nostra Nazione» e va tutelata.
Ecco cosa dice l’Accademia della Crusca
L’indicazione arriva anche dall’Accademia della Crusca che, già da tempo, aveva denunciato «uno scadimento del valore attribuito all’italiano, sempre più contaminato dall’inglese che immiserisce il nostro patrimonio linguistico».
Il numero di termini inglesi nel nostro dizionario è aumentato in maniera esponenziale dal 2000 ad oggi fino ad arrivare a 9mila parole su 800mila totali.