Franco Alfieri resta in carcere, per gli altri indagati si attendono decisioni. Tutti i coinvolti nell’inchiesta, sottoposti a misure cautelari, hanno chiesto un’attenuazione dei provvedimenti restrittivi a loro carico. Nel caso di Franco Alfieri il gip Valeria Campanile non ha ritenuto quanto dichiarato dall’amministratore cilentano sufficiente per disporre quantomeno i domiciliari.
Attesa per il Riesame
Il presidente della Provincia e sindaco di Capaccio Paestum, si era difeso dalle contestazioni della Procura, fornendo una sua versione dei fatti e provando a chiamare in causa gli uffici comunali quali responsabili degli appalti. I difensori di Alfieri si sono rivolti al Riesame per chiedere l’annullamento del provvedimento e, in subordine, i domiciliari. L’udienza è prevista non prima di dieci giorni.
Importante potrebbe essere la decisione di dimettersi dalle cariche di presidente della Provincia e sindaco di Capaccio Paestum prima di affrontare il giudizio dell’ex Tribunale della Libertà. Ipotesi attualmente non presa in considerazione.
La posizione degli altri indagati
Si è già dimesso dal ruolo di capostaff, invece, Andrea Campanile, che spera così di poter tornare in libero. Attendono le decisioni anche la sorella del primo cittadino Elvira Alfieri, legale rappresentante della società “Alfieri impianti”, Carmine Greco , responsabile tecnico dello stesso Comune, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale della società Dervit.
Tutti sono stati interrogati, tranne Greco che, per motivi di salute si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Nel frattempo la procura, guidata da Giuseppe Borrelli, continua le indagini sugli altri indizi di reato emersi nel corso delle intercettazioni e acquisizioni atti legate agli appalti affidati alla Dervit a Capaccio Paestum. C’è chi ipotizza che parte dei fascicoli siano arrivati anche sul tavolo del procuratore Nicola Gratteri a Napoli.