Acquisiti atti e documenti, apparecchi informatici, ispezionati uffici e abitazioni. Dopo le prime accuse sugli appalti per l’illuminazione pubblica a Capaccio Paestum, la Procura di Salerno ha aperto un nuovo fronte investigativo, coinvolgendo una rete di persone e indagando su commesse pubbliche per oltre 50 milioni di euro. Si tratta di un nuovo filone dell’inchiesta che vede coinvolto il presidente della provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri. Questa volta, però, il suo nome non figura tra quelli destinatari dei nuovi avvisi di garanzia.
I coinvolti
C’è invece il suo stretto collaboratore, Andrea Campanile, il dirigente del Settore Viabilità della Provincia Angelo Michele Lizio, l’imprenditore Nicola Aulisio, titolare della ditta Cogea, e i funzionari del Comune di Capaccio Federica Turi e Giovanni Vito Bello. Soprattutto c’è il presidente della commissione trasporti in Regione, Luca Cascone che già ieri si è detto tranquillo e pronto a dimostrare la sua estraneità alle accuse.
Appalti nel mirino
Le nuove indagini si concentrano su tre importanti opere pubbliche: Fondovalle Calore, Aversana e Sottopasso di Paestum.
La Fondovalle Calore
L’appalto per il completamento della Fondovalle, una arteria strategica per il Cilento, è stato aggiudicato a un raggruppamento di imprese nel dicembre 2022 con base d’asta a 32 milioni di euro. Un intervento complesso tanto che sono previsti lavori della categoria “OS18-A”, codice che indica l’utilizzo di particolari strutture in acciaio. Lavori così tanto specializzati per cui, in base alla normativa nazionale, non è prevista la possibilità di subappalti. E, invece, nel capitolato della Fondovalle viene inserita la possibilità di affidare a un’altra ditta i lavori di quella specifica categoria. Ma, soprattutto, nel corso delle indagini – si legge nel decreto di sequestro – «sono stati raccolti tali indizi da indicare che i lavori saranno subappaltati proprio alla Cogea», la ditta di Aulisio ritenuta «vicina al sindaco Alfieri». Non risultano indagate, invece, le due ditte vincitrici dell’appalto.
Il prolungamento dell’Aversana
Anche nel caso del prolungamento dell’Aversana l’inchiesta ha rilevato presunte anomalie nell’aggiudicazione dell’appalto, con l’ipotesi che Alfieri e i suoi collaboratori abbiano pilotato la procedura per favorire determinate imprese.
La realizzazione di quest’arteria, scrive la Procura, «risulta essere un argomento particolarmente caro ad Alfieri» che «in buona sostanza si è adoperato per pilotare l’iter amministrativo afferente a tale commessa pubblica al fine di ottenere un tornaconto di natura personale». Gli accertamenti sul presidente della Provincia sospeso, però, hanno portato i pm a sollevare anche altre ipotesi. Che tirano in ballo il consigliere regionale Luca Cascone: «Dalle attività emerge che ad occuparsi del progetto relativo all’Aversana e dei dettagli tecnici ed economici dell’intervento siano Alfieri, Campanile, Lizio, Cascone e Bello. Nessuno dei predetti soggetti – al netto, forse, del solo Lizio – sembrerebbe avere alcun titolo per occuparsi di tale commessa pubblica».
Sottopasso ferroviario di Paestum
L’appalto del sottopasso, infine, è stato affidato alla Cogea, il cui titolare, secondo la Procura, avrebbe agito sotto le direttive di Alfieri e Turi per aggiudicarsi i lavori a condizioni vantaggiose.
In particolare, si legge negli atti, «la Turi – in nome e per conto di Alfieri – gestisce in maniera autoritaria il settore dei lavori pubblici, interloquendo direttamente con le imprese che partecipano alle procedure di affidamento e imponendo alle stesse imprese i ribassi da praticare per aggiudicarsi i lavori».
«L’interessamento per l’aggiudicazione della gara da parte della Turi, di Alfieri e Campanile emerge in maniera emblematica dagli atti posti a sostegno del decreto di perquisizione».
Ora gli indagati avranno la possibilità di difendersi dalle accuse mosse dalla Procura di Salerno.