Energia elettrica e canone Rai, minoranza accusa: «Rischi accertamenti e sanzioni per i cittadini di Sessa Cilento»

Un manifesto del gruppo Uniti per Cambiare di Sessa Cilento lancia dure accuse all'amministrazione comunale

Antonella Agresti
Sessa Cilento

Non si placa il dibattito politico a Sessa Cilento. A tre anni dalle Amministrative che hanno visto l’elezione a sindaco di Gerardo Botti, la minoranza – guidata dall’ex primo cittadino Giovanni Chirico – continua ad incalzare quasi quotidianamente l’operato dell’amministrazione comunale che, dal canto suo, non sempre risponde alle accuse dell’opposizione.

Nei giorni scorsi il gruppo di minoranza Uniti per Cambiare ha affisso un manifesto (pubblicato anche sulla pagina Facebook) in cui sintetizza quelli che vengono ritenuti gli errori più gravi dei primi tre anni di amministrazione Botti.

Sessa Cilento, il manifesto della minoranza

Uno dei temi più rilevanti riguarda il bilancio approvato durante lo scorso consiglio comunale: l’ente comunale è il gestore del servizio di energia elettrica e, stando a quanto riportato nel documento contabile, l’amministrazione vanterebbe al 31/12/2023 un credito di circa 1 milione di euro di fatture non pagate. Come ha sottolineato in un video messaggio Gabriele Falcione, vice sindaco durante la passata amministrazione, si tratterebbe di numeri assolutamente improbabili dal momento che l’amministrazione comunale di Sessa Cilento fattura in media 500.000 euro annui di energia elettrica.

Per stessa ammissione del sindaco Botti durante l’assise comunale, inoltre, l’amministrazione non ha provveduto a versare all’Agenzia delle Entrate le quote del canone Rai, quote però già pagate dai cittadini perché comprese nelle somme delle fatture dell’energia elettrica. La minoranza paventa ora avvisi di accertamento e sanzioni per i cittadini.

Nel manifesto si riportano poi altre azioni amministrative non condivise quali l’aumento del costo del ticket mensa e la tassa sul trasporto scolastico che era invece sempre stato gratuito. Il gruppo di minoranza conclude portando all’attenzione della cittadinanza la “questione Bando Borghi”: l’assessore Antonio Santoro sarebbe stato fino allo scorso aprile socio e/o amministratore di una impresa che risulta beneficiaria di 75.000 euro di finanziamenti. I consiglieri di opposizione chiedono quindi spiegazioni affermando di continuare a cercare comunque la verità sulla vicenda.
Per il momento la maggioranza non ha ancora replicato a nessuno dei punti riportati nel manifesto.

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