L’articolo 1484 del Codice dell’ordinamento militare prevede che: «I militari candidati a elezioni per il Parlamento europeo, a elezioni politiche o amministrative (…) sono posti in apposita licenza straordinaria per la durata della campagna elettorale». Tale disposizione, combinata con la normativa che esenta dalla sottoscrizione le liste di candidati nei Comuni con popolazione inferiore a mille abitanti, genera da anni il fenomeno delle “liste farlocche”.
L’obiettivo primario di tali liste, formate in prevalenza da militari non residenti, sembrerebbe essere quello di consentire ai candidati di beneficiare di un mese di aspettativa retribuita.
Denunce da Uncem: “Una presa in giro per le comunità”
L’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (Uncem) aveva già in passato segnalato con forza questo fenomeno, definendolo «Una presa in giro per le comunità». L’associazione aveva sollecitato l’intervento del Viminale per arginare la proliferazione di liste composte da candidati totalmente “esterni” ai Comuni in cui si presentano, spesso persone che non hanno mai avuto alcun legame con il territorio.
La proposta di legge e la persistenza del fenomeno nel Cilento
Come possibile soluzione, l’Uncem aveva proposto l’introduzione di un numero minimo di firme, quantificato in dieci o quindici, anche per le liste presentate nei Comuni più piccoli. Nonostante una proposta di legge in tal senso, il via libera legislativo non è ancora giunto.
Di conseguenza, in vista delle elezioni di maggio, le “liste farlocche” hanno fatto nuovamente la loro comparsa anche in alcuni comuni del Cilento, tra cui Sant’Angelo a Fasanella e Ispani.