Eboli: Violenza in Città. Parla l’architetto Giulia Izzo con la sua proposta di intervento urbanistico

Per arginare fenomenica criminosi e trovare soluzioni al degrado sociale si può immaginare anche di ripristinare lo stato dei luoghi

Di Silvana Scocozza

Per arginare fenomeni criminosi e trovare soluzioni al degrado sociale si può immaginare anche di ripristinare lo stato dei luoghi e dei quartieri di una città.

Continua a tenere banco a Eboli l’episodio di violenza che sabato notte si è consumato in pieno centro cittadino a Piazza Pezzullo e sulla questione interviene Giulia Izzo, architetto ebolitano.

Le dichiarazioni

“Le Vele di Scampia come il Corviale, sono frutto di ideologie architettoniche unite a principi politici che non avevano in sè connaturato valutazioni urbanistiche, nel senso che, nascevano e morivano come numeri primi, senza avere poi una reale espansione territoriale, senza rispecchiare i bisogni delle persone. Quando parlo di architettura, io parlo anche di sociologia, psicologia, antropologia, parlo di tutto quello che nell’architettura deve esistere prima di progettare”.

L’architetto Izzo prosegue: “Il fenomeno capitato a piazza Pezzullo ad Eboli, sabato notte, non è solo frutto di un pericolo dettato dalla mancanza di telecamere o dalla poca presenza di forze dell’ordine presenti sul territorio, e non è fatto di lettere e responsabilità demandate per celebrare una prima linea burocratica attiva. Il problema è profondo, se i luoghi vengono volutamente abbandonati divengono ostaggio della malavita, la malavita ha bisogno del brutto, dell’abbandono, per proliferare”.

La proposta

Riqualificare i luoghi attenendosi non solo a principi e bisogni di chi abita quei luoghi, ma anche valutando la sua evoluzione futura, il suo impatto legato al principio Pantarei delle cose. È urgente riqualificare i luoghi che sono attualmente degradati ed ostaggio della criminalità organizzata. È il bello unito al bisogno fuso con l’appartenenza che modifica i luoghi, è l’architettura che evolve e modifica il vivere umano. Non si può credere che intervenire su una struttura come il C2O oggi, calmi gli animi del quartiere Pescara, il quartiere va salvato da dentro, vanno riqualificate quelle attività commerciali adiacenti alla chiesa sacro cuore, il quartiere va riallacciato alla città”.

E poi lo sguardo sulla fascia costiera: “La fascia costiera è ostaggio anche questa della criminalità organizzata con gli stessi ed identici principi che vigono nella piazza pezzullo dove le sue arterie, che conducono a piazza delle repubblica, sono contaminate da vari passaggi di mani. Distinguere l’urgenza dell’importanza è un pensiero su cui i filosofi si sono dibattuti”.

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