Lo sgombero del ghetto di San Nicola Varco, eseguito esattamente quindi anni fa, è stata una delle operazioni militari più importanti degli ultimi anni messa a segno a Eboli e nella Piana del Sele. Per sgomberare l’area di quello che avrebbe dovuto essere un mercato ortofrutticolo regionale, arrivarono a Eboli oltre 60 mezzi blindati e 650 uomini delle forze dell’ordine tra poliziotti, carabinieri, finanzieri.
L’attività di sgombero
In assetto antisommossa arrivarono a Eboli da varie zone della Campania e non solo, per procedere allo sgombero coatto della baraccopoli degli invisibili dove avevano trovato dimora migliaia di immigrati marocchini nella struttura regionale abbandonata a ridosso della Statale 18 a dieci chilometri da Eboli, nell’area dove oggi esiste un importante centro commerciale.
Molti erano impegnati nei campi della Piana come braccianti agricoli. Qualche altro, invece, stesso nella tendopoli di San Nicola Varco aveva dato vita alla sua attività lavorativa. C’era chi faceva il barbiere, chi il ciabattino, chi produceva pane caldo per tutta la comunità e chi aveva messo in piedi un piccolo supermarket. Anche una tendopoli per pregare avevano allestito all’interno dell’area.
Migliaia di uomini. Nessuna donna. Nessun bambino. Una vera comunità che con tutte le difficoltà che si possono incontrare vivendo in una baraccopoli, in un ghetto, aveva cercato di sopravvivere.
L’11 novembre del 2009, esattamente quindici anni fa, lo sgombero di San Nicola Varco passò agli onori delle cronache nazionali come grande operazione militare. Riflettori accesi sulla Piana del Sele.
I giorni a seguire furono altrettanto difficili e complicati per la comunità locale. Si parlò di bonifica ambientale e realizzazione del mercato ortofrutticolo regionale. Poi il nulla.
Da allora sono trascorsi quindici anni. E di San Nicola Varco resta tra le pagine della cronaca locale, il triste ricordo di uno sgombero coatto eseguito dopo una notte di pioggia torrenziale.