Dopo il documento sottoscritto da otto dei tredici sindaci chiamati in causa da Conte a supporto delle iniziative ebolitane in materia di sanità pubblica è la volta del Partito dei Comunisti Italiani che avvia una petizione popolare per la “Delocalizzazione dell’ospedale Maria Santissima dell’Addolorata per una sanità di tutti e per tutti” e del Partito Democratico che accusa il Sindaco di Conte di essere inconcludente.
La vicenda
Ma, andiamo con ordine.
Alfonso Del Vecchio, Annamaria Paesano e gli altri attivisti locali affidano ad una nota le loro ragioni.
“La Regione Campania vuole costruire un nuovo ospedale a Battipaglia, perché già vecchio e pieno di problemi e potenziare quello di Eboli costruendo una “torre”. È una scelta illogica e con gravi conseguenze per il futuro del nostro ospedale. Sinceramente, avremmo capito se la Regione Campania avesse invertito le scelte: l’ospedale di Eboli, senza sforzarci di trovare motivazioni particolari perché sotto gli occhi di tutti, necessita di essere delocalizzato e, quindi, ricostruito. Non è campanilismo: lo costruissero l’ospedale a Battipaglia ma la Regione Campania includesse tra le priorità la delocalizzazione dell’Ospedale Maria SS. Addolorata presso l’area ospedaliera del vigente Piano Regolatore, stanziando gli opportuni finanziamenti. I due nuovi ospedali si integreranno perfettamente e potranno offrire servizi e prestazioni a tutti i comuni a sud di Salerno”.
“Basta spreco di denaro pubblico! – è il grido sollevato dai Comunisti Italiani – Basta con il disagio di dover raggiungere un ospedale che ha evidenti limiti logistici! La delocalizzazione dell’ospedale di Eboli dovrà comportare, ovviamente, investimenti sul personale sanitario, sull’innovazione tecnologica, sulla formazione, sulla medicina preventiva e sul territorio per una sanità di tutti e per tutti”.
Da qui l’idea di una petizione popolare per “delocalizzare l’ospedale Maria SS. Addolorata per una sanità di tutti e per tutti” e l’invito agli ebolitani di firmarla “per dire basta alle scelte scellerate sulla pelle (e nelle tasche!) dei cittadini e ricordare alla Regione Campania quali siano le vere necessità dei territori”.
Il Partito Democratico di Eboli, invece, accusa Conte di essere “un sindaco allo sbando” e rincara la dose: “La notizia appresa dagli organi di stampa, secondo la quale 8 dei 13 Sindaci che il Sindaco Mario Conte diceva di aver coinvolto nella sua personale crociata contro la Regione Campania non aderiranno alla manifestazione da lui indetta per il 7 Agosto, ci dà l’ennesima dimostrazione della confusione e della inconcludenza che regna in questa Amministrazione. Il Partito Democratico aveva detto in ogni occasione utile che l’assenza di una linea politica sulle questioni della sanità avrebbe portato al totale isolamento politico ed istituzionale della Città di Eboli”.
“Avevamo rappresentato che il rischio che si correva era di isolare Eboli, ma, al solito, non ci ha dato ascolto, strumentalizzando e demonizzando un giudizio libero e lucido, di là dalle operazioni denigratorie di convenienza.
Il Sindaco ha invece scelto un’altra strada, quella dell’allarmismo e del terrorismo psicologico, dello spauracchio (smentito dai fatti) della chiusura dell’Ospedale di Eboli, del populismo, delle manifestazioni di protesta, del conflitto permanente con la Regione motivato, dissimulando con la presunta onta subita dal territorio il dissapore per la mancata riconferma del rampollo di famiglia in Parlamento”.
I democratici accusano: “la Città è sola, in balia di un Sindaco solo e allo sbando, che non trova solidarietà nei Comuni vicini, perché non ha motivi reali per richiederle e riceverle”.
E poi rincarano la dose: “A tutto questo si aggiunga che, mentre si perde tempo a creare inutili e strumentali contrapposizioni con la Regione, la Città è totalmente abbandonata, ostaggio di una maggioranza che insegue da mesi nuovi equilibri in attesa di un promesso rimpasto di Giunta, con un bilancio di previsione dell’anno 2023 che non è stato ancora approvato, con una macchina comunale indebolita dall’abbandono di funzionari di comprovata qualità e con la totale assenza di una programmazione estiva degna di questo nome. In questo contesto, dopo una serie interminabile di inefficienze e figuracce collezionate, non possiamo non auspicare e lavorare affinché questa triste pagina amministrativa per la nostra Città si concluda al più presto possibile, che gli asti e gli interessi personali non inquinino l’interesse pubblico generale e che, in definitiva, Eboli si liberi di una classe politica inadeguata a ricoprire il suo fondamentale ruolo”.