La Procura di Salerno ha chiesto una condanna a 16 anni di reclusione per un medico di un istituto ebolitano accusato di omicidio volontario del giovane Carmine Giannattasio. Secondo il Pm avrebbe somministrato una dose eccessiva di farmaci, accelerando la morte del paziente terminale.
L’accusa: sedazione profonda non conforme alle linee guida
Secondo l’accusa, il medico non avrebbe seguito le procedure mediche corrette per la sedazione palliativa continua, che consente ai malati terminali di morire senza dolore. Invece di accompagnare il paziente verso una morte naturale, avrebbe somministrato un’overdose di farmaci.
La requisitoria
La PM Bianca Rinaldi ha sottolineato la mancanza di una documentazione adeguata del consenso informato, fondamentale in questi casi. Inoltre, ha contestato le modalità di somministrazione dei farmaci, ritenendo che abbiano accelerato la morte del giovane.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Michele Tedesco e Leonardo Mastia, ha contestato la ricostruzione dell’accusa. L’avvocato Tedesco ha affermato che non esistono prove scientifiche che dimostrino che la somministrazione di morfina e Midazolam possa aver causato la morte del paziente. Ha inoltre sollevato dubbi sulla validità del consenso informato, sostenendo che il giovane aveva espresso la sua volontà di sedazione in precedenza. La difesa ha quindi chiesto l’assoluzione del medico.