Eboli Città di Pace… che non trova Pace. Divisioni politiche e strumentalizzazioni

«La vergogna non basta più. È gravissimo e vergognoso che non riescano ad esprimere nemmeno una richiesta di cessate il fuoco»

Di Silvana Scocozza

L’ultima Conferenza di Presidenza ad Eboli stabilisce con la maggioranza dei voti dei capigruppo consiliari di proporre e sottoscrivere un documento unitario, un appello concordato, sul cessate il fuoco e sulla pace: una voce unanime di tutto il Consiglio da trasformare successivamente ed eventualmente anche in manifesto da affiggere in città e come documento da inoltrare a tutti gli organi istituzionali sovraccomunali.

La proposta, che stando ai bene informati arrivava esclusivamente per mantenere alta l’attenzione sulla volontà di tutti i consiglieri di esprimere sentimenti unitari e di Pace ed evitare strumentalizzazioni politiche “di una certa sinistra” e medaglie appuntate al petto, è stata invece ulteriormente strumentalizzata ed accolta da alcune forze politiche anche esterne al civico consesso come una fuga dalle proprie responsabilità.

I fatti

«Onde evitare di trasformare l’aula consiliare in scenario di litigi, di beghe e di contrapposizioni ideologiche che sarebbero andate ben oltre il parlare con tranquillità esponendo le ragioni delle proprie idee – ha spiegato il consigliere comunale Cosimo Pio Di Benedetto abbiamo pensato che attraverso un documento congiunto letto dal Presidente Brenga espressione massima di rappresentanza di tutta la civica assise, si poteva serenamente esprimere all’unanimità del Consiglio comunale supporto e sostegno ad ogni azione a favore della Pace del mondo, del cessate il fuoco e contro ogni guerra. Il clima sarebbe rimasto sereno e disteso e in maniera pacifica si sarebbe riusciti ad esprimere meglio concetti importanti e fondamentali a sostegno della Pace e del Cessate il fuoco».

Questo tipo di proposta, dice qualcuno, sarebbe stata avanzata all’indomani del consiglio comunale andato deserto per mancanza del numero legale e al ritardo accumulato da oltre tre mesi nell’accogliere la richiesta di EboliPace di sistemare uno striscione alle finestre di Palazzo di Città. Il documento sottoscritto all’unanimità avrebbe tranquillizzato un po’ tutti e sarebbe servito per affrontare un argomento importante. Ma così non è stato.

La votazione

La proposta messa al voto incassa parere favorevole da parte di 8 consiglieri di minoranza (Pd x4, Norma, Naponiello, Di Benedetto e Masala) 3 di Uniti per il Territorio e l’astensione di Eboli Domani x3.
Due consiglieri di minoranza assenti e il resto che esprime voto contrario.

Quello che è successo immediatamente dopo è un fatto di cronaca politica che parla ancora di spaccature all’interno della maggioranza del Sindaco Conte e di fibrillazione. Non si trova la quadra tra la squadra di governo ebolitano e non c’è più alcun equilibrio.

Era stato lo stesso Sindaco di Eboli dopo la seduta del 7 marzo andata deserta per mancanza del numero legale, a garantire come primo punto all’ordine del giorno del primo consiglio comunale utile (9 aprile) l’appello di Cessate il Fuoco. Evidentemente Mario Conte non aveva fatto ancora i conti con le scelte di alcuni suoi consiglieri.

Intanto sul fronte delle opposizioni arrivano stoccate all’indirizzo del Consiglio Comunale.

«Un manifesto-appello concordato e generico a firma dei consiglieri comunali è un modo di sfuggire alle proprie responsabilità, di sottrarsi, di evitare di esprimere e di far conoscere la propria opinione su un argomento che riguarda il genocidio dei palestinesi da parte dell’esercito israeliano», ha detto attraverso i social Alfonso Del Vecchio del PCI.

Il coordinamento di EboliPace

«La vergogna non basta più. È gravissimo e vergognoso che non riescano ad esprimere nemmeno una richiesta di cessate il fuoco, passata invece al Parlamento italiano e all’ONU! Ancora una volta non possiamo che gridare “Vergogna, Vergognatevi!”, sapendo che siamo ben oltre la semplice Vergogna, siamo allo Squallore!».

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