L’ultima Conferenza di Presidenza ad Eboli stabilisce con la maggioranza dei voti dei capigruppo consiliari di proporre e sottoscrivere un documento unitario, un appello concordato, sul cessate il fuoco e sulla pace: una voce unanime di tutto il Consiglio da trasformare successivamente ed eventualmente anche in manifesto da affiggere in città e come documento da inoltrare a tutti gli organi istituzionali sovraccomunali.
La proposta, che stando ai bene informati arrivava esclusivamente per mantenere alta l’attenzione sulla volontà di tutti i consiglieri di esprimere sentimenti unitari e di Pace ed evitare strumentalizzazioni politiche “di una certa sinistra” e medaglie appuntate al petto, è stata invece ulteriormente strumentalizzata ed accolta da alcune forze politiche anche esterne al civico consesso come una fuga dalle proprie responsabilità.
I fatti
«Onde evitare di trasformare l’aula consiliare in scenario di litigi, di beghe e di contrapposizioni ideologiche che sarebbero andate ben oltre il parlare con tranquillità esponendo le ragioni delle proprie idee – ha spiegato il consigliere comunale Cosimo Pio Di Benedetto – abbiamo pensato che attraverso un documento congiunto letto dal Presidente Brenga espressione massima di rappresentanza di tutta la civica assise, si poteva serenamente esprimere all’unanimità del Consiglio comunale supporto e sostegno ad ogni azione a favore della Pace del mondo, del cessate il fuoco e contro ogni guerra. Il clima sarebbe rimasto sereno e disteso e in maniera pacifica si sarebbe riusciti ad esprimere meglio concetti importanti e fondamentali a sostegno della Pace e del Cessate il fuoco».
Questo tipo di proposta, dice qualcuno, sarebbe stata avanzata all’indomani del consiglio comunale andato deserto per mancanza del numero legale e al ritardo accumulato da oltre tre mesi nell’accogliere la richiesta di EboliPace di sistemare uno striscione alle finestre di Palazzo di Città. Il documento sottoscritto all’unanimità avrebbe tranquillizzato un po’ tutti e sarebbe servito per affrontare un argomento importante. Ma così non è stato.
La votazione
La proposta messa al voto incassa parere favorevole da parte di 8 consiglieri di minoranza (Pd x4, Norma, Naponiello, Di Benedetto e Masala) 3 di Uniti per il Territorio e l’astensione di Eboli Domani x3.
Due consiglieri di minoranza assenti e il resto che esprime voto contrario.
Quello che è successo immediatamente dopo è un fatto di cronaca politica che parla ancora di spaccature all’interno della maggioranza del Sindaco Conte e di fibrillazione. Non si trova la quadra tra la squadra di governo ebolitano e non c’è più alcun equilibrio.
Era stato lo stesso Sindaco di Eboli dopo la seduta del 7 marzo andata deserta per mancanza del numero legale, a garantire come primo punto all’ordine del giorno del primo consiglio comunale utile (9 aprile) l’appello di Cessate il Fuoco. Evidentemente Mario Conte non aveva fatto ancora i conti con le scelte di alcuni suoi consiglieri.
Intanto sul fronte delle opposizioni arrivano stoccate all’indirizzo del Consiglio Comunale.
«Un manifesto-appello concordato e generico a firma dei consiglieri comunali è un modo di sfuggire alle proprie responsabilità, di sottrarsi, di evitare di esprimere e di far conoscere la propria opinione su un argomento che riguarda il genocidio dei palestinesi da parte dell’esercito israeliano», ha detto attraverso i social Alfonso Del Vecchio del PCI.
Il coordinamento di EboliPace
«La vergogna non basta più. È gravissimo e vergognoso che non riescano ad esprimere nemmeno una richiesta di cessate il fuoco, passata invece al Parlamento italiano e all’ONU! Ancora una volta non possiamo che gridare “Vergogna, Vergognatevi!”, sapendo che siamo ben oltre la semplice Vergogna, siamo allo Squallore!».