Eboli: «bocciato l’assessore e commissariate le politiche sociali»

La Sinistra Italiana e l'ex assessore Massimiliano Curcio accusano il sindaco Conte

Di Silvana Scocozza

Il Comune di Eboli non utilizza le risorse destinate alle famiglie: commissariate le politiche sociali. La nota stampa che porta la firma della Sinistra Italiana e, quindi, dell’ex assessore Massimiliano Curcio non lascia spazio all’interpretazione. Al centro della bagarre politica cade l’assessorato alle Politiche Sociali guidato da Katia Cennamo.

«Quello che temevamo è accaduto. Tra le ragioni di questa nuova tegola sulla testa del primo cittadino Mario Conte c’è senz’altro una manifesta disattenzione che da mesi l’Amministrazione pone su temi delicati quali le politiche sociali, ma anche il grave atteggiamento di chiusura, suggellato con ruoli e funzioni individuati e concessi non sul merito e sulle competenze bensì sull’affiliazione al ribasso. La sindrome del gregge pervade il Sindaco e la sua Amministrazione a discapito della comunità, del buonsenso e, riscopriamo oggi, anche dei livelli essenziali di prestazioni (LEP)».

La vicenda viene snocciolata con dati alla mano. «Il 18 Ottobre 2024 è stato adottato il decreto a firma del Direttore del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno, in attesa della pubblicazione in G.U. Il Ministero ha individuato i Comuni inadempienti rispetto all’obbligo di raggiungere e garantire i LEP, con il corretto utilizzo delle risorse che lo Stato attribuisce e trasferisce ai Comuni dal 2021, a valere sul cosiddetto Fondo di solidarietà comunale, istituito con la legge 11 dicembre 2016, n. 232 ed integrato con Decreto interministeriale (Ministero dell’Economia e Ministero dell’Interno) di Luglio 2021. Oltremodo, la legge 30 dicembre 2023, n. 213, ha rafforzato l’obbligatorietà prevedendo il cosiddetto Fondo speciale per l’equità del livello dei servizi. Il Decreto di Ottobre 2024, in applicazione della diposizione di cui all’articolo 3, comma 1, del decreto del Ministero dell’Interno, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, del 6 Giugno 2024, commissaria oltre 4500 Comuni (quasi tutti del Mezzogiorno) tra cui anche la nostra città, Eboli, per non aver raggiunto l’obiettivo previsto, cioè per non aver utilizzato le risorse concesse con i fondi di solidarietà comunale dal 2021 per il raggiungimento dei livelli essenziali prestazioni (LEP), nello specifico per il potenziamento degli asili nido (obiettivo di servizio 2022 – EURO 153.462,50 e obiettivo di servizio 2023 – EURO 291.385,50) e per il potenziamento del trasporto studenti con disabilità (obiettivo di servizio 2022 – EURO 31.278,96 e obiettivo di servizio 2023 – EURO 59.138,66)».

Rischio commissariamento

Il Ministero, come previsto, dispone il commissariamento ad acta del Comune inadempiente affidando l’onere al Sindaco che entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto in G.U. dovrà ottemperare all’obbligo, sperando che le risorse non siano state spese per altro.
In caso di mancato adempimento ulteriore il Comune di Eboli sarà commissariato dal Prefetto.

“Amministrazione bocciata”

«A nostro avviso questa è la riprova che l’incapacità di amministrare la res pubblica genera danni inauditi che incidono sui bisogni dei cittadinie delle cittadine.
La scelta di delegare ad ASSI la programmazione e la gestione dei servizi alla persona, avrebbe dovuto evitare queste paralisi e non solo. Avrebbe dovuto rispondere a criteri di efficacia ed efficienza nell’interesse dei cittadini e delle cittadine, e delle persone più fragili. Invece assistiamo al decadimento del welfare territoriale ebolitano che da laboratorio di diritti e di politiche scema, ormai inesorabilmente, in un assistenzialismo anacronistico e improduttivo
».

L’assessorato avrebbe dovuto garantire l’utilizzo di risorse

Curcio: «La responsabilità di questa situazione ricade in gran parte sull’Assessorato alle politiche sociali, che avrebbe dovuto garantire che queste risorse fossero utilizzate correttamente per rispondere ai bisogni concreti dei cittadini e delle cittadine. La delega all’ASSI per la programmazione e gestione dei servizi sociali non ha portato ai risultati attesi, principalmente perché ASSI oggi non è messa nelle condizioni di operare efficacemente. La mancanza di supporto politico, la scarsa attenzione alle reali necessità della comunità e l’assenza di una chiara direzione strategica hanno impedito ad ASSI di svolgere il proprio ruolo come motore di cambiamento. E nel frattempo si continua a tradire la fiducia dei cittadini e delle cittadine, vittime di queste inefficienze. Occorre fermare questo inesorabile declino, per il bene di tutti e tutte».

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