E’ valdianese il Gip che ha fatto arrestare 13 agenti della Polizia Penitenziaria di Milano

E' valdianese, precisamente di San Rufo, Stefania Donadeo, il Gip che ha firmato ha firmato l'ordinanza di arresto nei confronti di 13 agenti della Polizia Penitenziaria

Di Federica Pistone

E’ valdianese, precisamente di San Rufo, Stefania Donadeo, il Gip che ha firmato ha firmato l’ordinanza di arresto nei confronti di 13 agenti della Polizia Penitenziaria, 12 dei quali tuttora in servizio presso l’Istituto penale minorile “Cesare Beccaria” di Milano, nonché la misura della sospensione dall’esercizio di pubblici uffici nei confronti di ulteriori 8, anch’essi tutti in servizio, all’epoca dei fatti, è stata eseguita da parte della Polizia di Stato e della Penitenziaria. I reati a vario titolo contestati dalla Procura sono: “maltrattamenti, concorso in tortura, e una tentata violenza sessuale nei confronti di un detenuto”.

“Le violenze perpetrate” all’interno del carcere Beccaria “corrispondono esattamente a una pratica reiterata e sistematica (…) che connota la condotta ordinaria degli agenti che vogliono stabilire le regole di civile convivenza (…) ed imporle picchiando, aggredendo e offendendo i minorenni detenuti”, scrive il gip di Milano, Stefania Donadeo nell’ordinanza che ha portato agli arresti 13 agenti di polizia penitenziaria dell’istituto e alla sospensione di 8. Il giudice parla di un “sistema consolidato” che ha determinato “un clima infernale” verso i giovani.

Stefania Donadeo, magistrato dal 1997

Magistrato dal dicembre 1997, Stefania Donadeo, è stata Giudice presso il Tribunale di Sala Consilina fino al febbraio 2004, Giudice presso il tribunale di Bergamo sezione di Treviglio fino al febbraio2008, gip al Tribunale Milano dal novembre 200e8 al dicembre 2018, ed attualmente ricopre l’incarico di Giudice della 4° sezione penale del Tribunale Milano.

La ricostruzione

“I ragazzi malmenati” dagli agenti di polizia penitenziaria in servizio nel carcere minorile Beccaria ricostruisce ancora il Giudice Donadeo, “non denunciavano per timore di ritorsioni e di rappresaglie, come è accaduto” ad un giovane che, dopo essere stato molestato sessualmente ed “aver reagito a ciò, ha dovuto subire una spedizione punitiva da parte di altri agenti”.

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