Dolci di Natale del Cilento: un viaggio nel cuore della tradizione

Ogni paese del Cilento ha la sua variante, rendendo l'esperienza di degustazione ancora più ricca

Di Angela Bonora

Il Cilento, terra di paesaggi mozzafiato e tradizioni millenarie, cela un tesoro nascosto tra le pieghe del Natale: una ricca varietà di dolci che raccontano storie e sapori autentici. L’intera famiglia, dai più anziani ai più piccoli, si impegna nella preparazione di dolci natalizi destinati a diventare doni per parenti e vicini di casa durante le festività natalizie.

I protagonisti indiscussi

Struffoli: Piccole sfere di pasta fritte, ricoperte di miele e decorate con canditi, sono un classico del Natale in tutto il Sud Italia, ma nel Cilento assumono un sapore ancora più particolare. La ricetta, a base di farina, uova, burro, zucchero, scorza di limone e miele, può variare. C’è chi aggiunge lo spumante nell’impasto e chi il limoncello, chi li preferisce più piccoli e croccanti come quelli tradizionali partenopei e chi, invece, li gradisce un po’ più grandi e morbidi. E ancora a variare possono essere le decorazioni. Assieme al miele, infatti, si usa mettere i cosiddetti “diavoletti”, ma c’è chi preferisce aggiungere mandorle o nocciole.

Castagnole (o pastorelle): A seconda del paese, vengono chiamate in modi diversi, ma la sostanza non cambia. Il nome più diffuso delle prime è “castagnole”, ma a seconda del borgo cilentano vengono chiamate “cazuncielli”, “mbuttitelle”, “pasticelle”, “lucerne” o “pastorelle”. “Mbuttitelle” in quanto ripiene, “lucerne” per la loro forma a stella, e così via. Ogni nome ha un suo perché. La ricetta è composta da farina, uova, zucchero, burro o sugna, cioccolato e castagne, ma può variare leggermente nelle varie versioni. Sebbene solitamente vengano fritte c’è anche chi le cuoce in forno ricoprendole poi di naspro e diavoletti.

Scauratielli: Simili alle castagnole, ma più grandi e dalla consistenza più densa, gli scauratielli sono un’altra delizia del periodo natalizio. Si tratta di un dolce delicato che va “cotto e mangiato”. Preparati con acqua aromatizzata con rosmarino e buccia di agrumi (arancia o mandarino), farina, vino bianco e olio, gli scauratielli vengono, infine, ricoperti di miele e rosamarino. Tra i dolci della tradizione natalizia cilentana sono sicuramente tra i più impegnativi da preparare e richiedono energia: la farina va buttata in un solo colpo nell’acqua fatta bollire con rosmarino e buccia di mandarino e girata fino a quando la farina non avrà assorbito tutta l’acqua. Una volta tolto dalla pentola l’impasto, prima di formare le zeppoline, deve essere battuto con il mattarello. Una credenza popolare sostiene che quando le massaie preparano gli scauratielli, per garantirne la riuscita, non debba esserci nessuno in cucina. Ma probabilmente è dovuta al fatto che per una perfetta riuscita non bisogna distrarsi.

Un viaggio nei sapori

Questi dolci, preparati con ingredienti semplici e genuini, come la farina, le uova, lo zucchero e l’olio, sono il frutto di secoli di tradizione. Ogni morso è un tuffo nel passato, un omaggio alle nonne che tramandavano le ricette di generazione in generazione.

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