A cavallo della festività liturgica (4 luglio) del Beato Pier Giorgio Frassati si moltiplicano gli
appuntamenti escursionistici lungo i “Sentieri Frassati”, itinerari di particolare interesse naturalistico,
storico e religioso che il Club Alpino Italiano ha inaugurato in ogni regione e provincia autonoma
d’Italia tra il 1996 e il 2012, in collaborazione con varie altre associazioni tra cui l’Azione Cattolica
Italiana, l’Agesci e la Giovane Montagna.
Anche la Diocesi di Teggiano-Policastro rinnova il proprio appuntamento e fa tappa quest’anno nella vicina Basilicata con un itinerario che coinvolge Sasso di Castalda e il Monte Arioso.
Le parole di Olga Manolio
Come spiega la presidente diocesana di Azione Cattolica Olga Manolio “nonostante dei problemi sorti per organizzare il tradizionale itinerario nel territorio diocesano non abbiamo voluto rinunciare a questo importante appuntamento che, attraverso un cammino di fede all’interno della natura, aiuta i nostri giovani e non solo a scoprire la bellezza del creato e dei doni che caratterizzano il nostro territorio. Abbiamo così deciso di aderire al percorso del vicino territorio lucano, andando a scoprire nuove ricchezze naturalistiche nel segno del beato Pier Giorgio Frassati“.
Il programma del Sentiero Frassati Basilicata
Il programma dell’itinerario prevede il ritrovo alle ore 15 di sabato 8 luglio presso Sasso di Castalda per poi proseguire verso il Monte Arioso dove nella mattinata di domenica sarà celebrata la Santa Messa, a seguire il pranzo e poi il rientro nelle rispettive Diocesi.
Chi era Pier Giorgio Frassati
Il giovane alpinista torinese (1901-1925), uno dei grandi testimoni di santità legati al cammino dell’Azione Cattolica, della FUCI e dell’ordine dominicano secolare, amava la montagna e la sentiva come “una cosa grande, un mezzo di elevazione dello spirito, una palestra dove si tempra l’anima e il corpo”.
I Frassati erano una delle famiglie più in vista della città, di estrazione alto-borghese, ma Pier Giorgio Frassati preferì essere il “facchino” dei poveri, trascinando per le vie di Torino i carretti carichi di masserizie degli sfrattati… e come membro della Conferenza di S. Vincenzo visitare le famiglie più bisognose per portarvi conforto e aiuto materiale. Vi si recava generalmente al mattino, prima delle lezioni all’Università, oppure nelle uscite serali, carico di pacchi.
Il 28 maggio 1922, nella chiesa torinese di San Domenico, ricevette l’abito di terziario domenicano: Pier Giorgio recitava ogni giorno il Rosario, che portava sempre nel taschino della giacca, non esitando a tirarlo fuori in qualsiasi momento per pregare, anche in tram o sul treno, persino per strada.
“Il mio testamento – diceva, mostrando la corona del Rosario – lo porto sempre in tasca”.
Il 30 giugno 1925 Pier Giorgio accusa degli strani malesseri, emicrania e inappetenza: non è una banale influenza, ma una poliomielite fulminante che lo stronca in soli quattro giorni, il 4 luglio, tra lo sconcerto e il dolore dei suoi familiari e dei tanti amici e conoscenti, a soli 24 anni.
Sulla sua scrivania, accanto ai testi universitari, erano aperti l’Ufficio della Madonna e la vita di Santa Caterina da Siena. Nasceva alla vita del Cielo di sabato, giorno mariano, così come anche di sabato, il Sabato Santo di ventiquattro anni prima, era venuto al mondo. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990.