“Per fare impresa bisogna essere ottimisti, altrimenti non si farebbe nulla. E sulla transizione energetica le direttive europee sono irrealistiche”. Lo ha detto Domenico De Rosa, Ceo del Gruppo Smet, azienda leader per la logistica e i trasporti, a Roma, a margine della presentazione del libro “I reati nella gestione dei rifiuti e della bonifica dei siti inquinati” dell’avvocato Enrico Napoletano (Pacini Giuridica Editore).
“Il paradigma costi-benefici lo utilizziamo anche noi che facciamo impresa, ad esempio nella fase della transizione energetica – ha dichiarato De Rosa – e proprio in questo campo bisogna fare attenzione perché l’Italia, così facendo, diventerà il mercato dell’usato in Europa. L’Italia non è pronta ad investire la popolazione di una spesa ingente per trasformare il parco veicolare. Bisogna ricordare che l’Italia ha il parco veicolare più anziano d’Europa. La metà dei veicoli che circolano in Italia sono ancora Euro 0, 1 o 2. Stiamo combattendo la chimera dell’abbattimento delle emissioni quando abbiamo veicoli su strade che sono terroristi dell’ambiente”.
Ha continuato Domenico De Rosa: “Se facciamo riferimento a cosa può capitare all’impresa con la transizione energetica, si arriva alla conclusione che non conviene farla. Ossia non conviene alle imprese prendere il proprio parco veicolare e trasformarlo verso una trazione elettrica. Numeri alla mano, una transizione energetica sula mobilità delle merci imporrebbe di triplicare i costi dei trasporti. Ad esempio, se le bottiglie d’acqua fossero trasportare secondo le norme europee, bisognerebbe pagarle il triplo al supermercato. Questo non è fattibile e molte imprese non seguiranno le direttive europee, decideranno di non adeguarsi a queste norme che non sono neppure chiare. Si tratta di programmi utopici, non realistici”.
“Noi stiamo spingendo perché vengano inseriti anche i biocarburanti nella fase della transizione energetica – ha spiegato infine il CEO di SMET parlando di ecosostenibilità – perché è un dovere salvaguardare l’ambiente, ma ciò che pensa l’Europa oggi è una cosa diversa. Stiamo portando avanti solo slogan, perché nessuno ha dimostrato che con queste teorie sull’elettrico si arriverà ad un miglioramento. Non di rado, si vedono manifestazioni di questi simpatici veicoli elettrici – ricordiamo che non hanno nulla di tecnologico o avanguardistico perché il motore elettrico viene prima di quello endotermico – e l’energia è tratta da gruppi elettrogeni che alle spalle di belle coperture alimentano le batterie di questi veicoli. Siamo al paradosso, quasi al ridicolo. Ritengo che dobbiamo attendere evoluzioni nel Parlamento europeo e nella prossima Commissione per capire come l’Europa si regolerà per salvaguardare l’ambiente e la mobilità sostenibile. In tutti i sensi”.